Marco Gatti. 12 appartamenti e 23 autorimesse per la San Crispino. Sequestrati dal Gip di Forlì, inchiesta FIL ROUGE. Ecco i documenti

Ritorniamo, dato che molti sono di memoria corta, a trattare della San Crispino Immobiliare dove il segretario della Democrazia Cristiana ha il 5% e il 95% è detenuto dalla finanziaria CARIFIN di San Marino.

Lo stesso Gatti, oltre ad essere proprietario dal 2002 di questo 5%, ne è stato amministratore sino al 2010.

Leggiamo cosa scriveva il Sole 24 (Galullo) al momento del sequestro e sull’inchiesta FIL ROUGE.

IL SEQUESTRO E LE SPONSORIZZAZIONI

Ciò che per prima cosa appare è un sequestro preventivo sostanzioso richiesto dal pm Di Vizio e disposto il 17 aprile dal Giudice per le indagini preliminari Rita Chierici, nei confronti dell’imprenditore di Cesena Giorgio Manuzzi. In un colpo sono state sequestrate tutte le quote sociali di Moving (il cui oggetto sociale è lo “studio di promozione pubblicitaria”), tutti i beni mobili che costituiscono le aziende della Moving e della San Crispino Immobiliare, tutti i beni immobili intestati, a titolo di proprietà, a Moving e San Crispino Immobiliare; tutte le quote sociali della Moving e la quota del 95% di San Crispino Immobiliare intestata a Carifin, tutti i beni immobili intestati a titolo di proprietà a Moving e a San Crispino Immobiliare, nel limite del valore equivalente al profitto conseguito dall’indagatoManuzzi e, infine, tutti i beni mobili registrati e beni immobili intestati, a titolo di proprietà, dell’indagato Manuzzi, ancora entro il limite del valore equivalente al profitto conseguito in seguito alla commissione di reati.

Il sequestro delle aziende coinvolte e dei beni – a monte e a valle della catena – in attesa della confisca, è un enorme deterrente che potrebbe (anche in virtù dei rapporti che vorrebbero essere sempre più stretti tra i due Paesi) scoraggiare forme di emulazione. Questo potrebbe dunque essere un viatico per il futuro, mentre per il passato pesa l’enorme incognita delle false sponsorizzazioni e delle false pubblicità conosciute (ma difficili da provare) dalle Alpi alle tonnare di Mazara del Vallo.

Il meccanismo svelato dalla Procura di Forlì contemplava infatti prestazioni promo–pubblicitarie fittizie da una società di sponsorizzazioni con sede a San Marino (riconducibile al medesimo Manuzzi che, è doveroso darne conto, già lo scorso anno di questi tempi, da indagato, aveva dichiarato ai media locali di essere del tutto estraneo ai fatti contestati e dunque il suo atteggiamento non è certo cambiato), la quale a sua volta si avvaleva di fatture per operazioni inesistenti emesse da operatori economici nazionali senza alcuna operatività (cosiddetti missing traders) per formare il “pacchetto” di costi vertiginosamente gonfiati che la medesima forniva “a cascata” alla propria clientela nazionale mediante l’emissione di fatture false per oltre 80 milioni (con evasione dell’Iva per oltre 16 milioni).

EVVIVA LE ROGATORIE VERE!

Ma veniamo alla “ciccia” che può aprire importanti spiragli per i due Paesi, sempre, beninteso che via sia la collaborazione e, soprattutto, la preparazione di investigatori e inquirenti. Senza i documenti della rogatoria (e senza la faticosa analisi di questi ultimi) sarebbe stato impossibile ricostruire i flussi finanziari dall’Italia a San Marino e da San Marino all’Italia. Sarebbe stato insomma impossibile ricostruire, per la Procura che sostiene l’accusa, questo abile “spicchio” di riciclaggio in pezzi da 500 euro.

Per la prima volta nella storia, la Guardia di Finanza è andata con propri uomini a San Marino ad assistere ad un atto di indagine dell’Autorità giudiziaria di quel Paese e, tra le prime volte, una Procura italiana ha fatto altrettanto. Di sicuro la Procura di Forlì lo ha fatto per la prima volta in esecuzione della nuova normativa sammarinese sulle rogatorie, Una rogatoria non facile da concedere, se si considera quale sia il rapporto politica/giustizia sul Titano e considerando le conoscenze dirette o indirette che Manuzzi aveva e ha con esponenti politici di San Marino.

Tanto per dirne una, le indagini coordinate da Di Vizio, come si legge testualmente a pagina 11del decreto di sequestro preventivo, hanno posto in evidenza che la società San Crispino Immobiliare era di fatto amministrata da Giorgio Manuzzi e a lui riconducibile, benché fosse formalmente amministrata daMarco Gatti (ragioniere iscritto nell’Albo della Repubblica di San Marino, esponente politico locale e nipote dell’ex segretario di Stato nonché Capitano Reggente, nonché potentissimo o ex potentissimo, vai a capire te, Gabriele Gatti) e nella titolarità del socio di maggioranza Carifin Sa, società finanziaria sammarinese, già emersa e sommersa in precedenti indagini sul riciclaggio condotte dalla Procura di Forlì. Secondo quanto emerge dai mandati fiduciari forniti da Carifin alla Gdf, GiorgioManuzzi è il mandante nell’interesse del quale (mandato 1957I, ex mandato 7781) Carifin Sa partecipava fiduciariamente al capitale sociale di San Crispino Immobiliare.

A partire dal primo gennaio 2011 amministratore unico di San Crispino Immobiliare diventa Massimo Matteini, socio dello studio Ricc
i-Matteini
Matteini, sentito dalla Procura, dichiara di “aver assunto la carica su richiesta del precedente amministratore,Marco Gatti, il quale per ragioni politiche e di immagine, aveva voluto disfarsene e a tal fine si era rivolto allo studio Ricci-Matteini che già seguiva la contabilità della società…”

Matteini risulta ignaro delle vicende societarie di San Crispino Immobiliare, che da riassumere appare difficile. Basti dire che ad aprile 2010 Manuzzi crea il trust Elba; il 12 maggio 2010 è mandante di Carifin 1957I (il 95% di San Crispino): il 13 maggio 2010 Manuzzi cede il mandato a Kea Sa (sua da 10 giorni prima, scrive Di Vizio e sottoscrive il Gip): il 20 maggio Manuzzi fa confluire Kea nel trust Elba e 2 giugno 2010 Manuzzi trasferisce il trust Elba il credito di 2,5 milioni derivante dalla cessione del 95% di San Crispino a Kea.

Da notare in questa vorticosa girandola ricostruita anche grazie a una buona rogatoria, la cui gestione, dal domanda al momento di completamento dei dati ha impegnato quasi un anno di lavoro, che: 1) nessuna notizia investigativa risultava sul “guardiano” del trust e amministratore unico di Kea (un italo-americano residente sul Titano), addirittura sconosciuto allo stesso Matteini e alla sua segretaria; 2) l’operazione del trust era totalmente sconosciuta presso la Camera di commercio di Rimini: 3)Manuzzi telefonava a Carifin con una scheda telefonica intestata a…un cinese; 4) il trust dichiarato era in realtà un “trust sham”, vale a dire un trust simulato, per creare uno schermo tra il patrimonio personale e quello riconducibile al trust.

I PROFESSIONISTI

Un’ultima cosa da osservare in questa “fetta” di analisi: anche questa indagine – qualora ce ne fosse mai bisogno – testimonia che senza competenze tecniche “accorte”, questo sistema di frode fiscale non potrebbe esistere.

Rispettati professionisti (italiani e sammarinesi), secondo il quadro che emerge dalle investigazioni, offrono le proprie competenze a favore di soggetti economici spregiudicati, i quali offrono un servizio (le fatture per operazioni inesistenti) estremamente appetibile soprattutto in un momento di crisi come quello che l’Italia e il mondo stanno attraversando, per neutralizzare il debito tributario delle imprese apparentemente normali.

Professionisti, banche e finanziarie ritengono del tutto coerente con la tipologia dei servizi da essi offerti (agevolando e consentendo il raggiungimento dello scopo della truffa) creare riserve nere, ma imputandole contabilmente come costi e fiscalmente come elementi negativi (e dunque gravandone il sistema della fiscalità generale, ciascuno di noi).” Fonte: http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2013/04/23/il-fil-rouge-della-collaborazione-tra-italia-e-san-marino-vere-rogatorie-la-regia-della-procura-di-f/

vi fu anche un’intervento del Movimento Rete dove si chiedeva a Marco Gatti, proprio per queste notizie un passo indietro

http://www.movimentorete.org/tag/san-crispino-immobiliare/

Marco Gatti, in maniera spavalda e incurante del futuro, per tutta risposta ne fece due avanti arrivando a candidarsi al Congresso Dc (blindato) e vincendolo con il 72% dei voti.

Ecco i documenti relativi alle proprietà ed al sequestro cautelativo:

San Crispino. Ispezione ipotecaria1San Crispino. Ispezione Ipote