All’avvio del dibattito aperto ai 350 delegati, Marco Gatti, il primo a intervenire, avanza la sua candidatura alla segreteria del partito. Il consigliere, coordinatore dell’ufficio politico del Pdcs, nel suo lungo intervento, ripercorre l’esperienza del Patto per San Marino, augurandosi che si apra una nuova fase, in cui le forze lavorino tutte insieme, mettendo al bando i particolarismi, “per la condivisione di un progetto politico, che possa dare stabilità, risolvere problemi e creare prospettive” per il Paese. Ma soprattutto, Gatti chiede chiarezza ai partiti che compongono la maggioranza, e anche assunzione di responsabilità, per salvaguardare governo e Patto, come già dimostrato dalla Dc.
Marco Gatti:
“Pasquale è stato un ottimo Segretario. paziente, capace, corretto, tutti noi dobbiamo ringraziarlo per il grande lavoro svolto.
Vista la sua scelta di non ricandidarsi alla Segreteria, molti sono preoccupati per la continuità del Patto, della formazione dei giovani democristiani, dell’unità del Partito. Personalmente, credo che la sola continuità fine a se stessa non sia positiva, perché è una cosa piatta. Se crediamo in quello che abbiamo fatto sino ad oggi dobbiamo su questa fondamenta costruire. Solo così ciò che c’è di buono non andrà disperso ma sarà il concime per un frutto ancora migliore.
In un momento di così grande difficoltà economica per il nostro Paese, è necessario analizzare le condizioni e le prospettive di rilancio. Un partito come il nostro non deve piangersi addosso. Tanto è stato fatto per entrare tra i Paesi virtuosi sulla base delle nuove regole internazionali, ma tanto ancora dovremo fare. In particolare, la nostra Repubblica non può sottrarsi da uno sviluppo che sia di reciproco vantaggio con la Repubblica italiana. Oggi il rapporto tra i nostri Stati è difficile, ma sono certo che, il nostro partito, per mezzo dei suoi uomini, possa favorire la ripresa del dialogo, che è l’unica strada per costruire e rilanciare un’economia nel reciproco interesse.
Il Patto, coalizione nata appena due anni fa, ha segnato un passaggio politico importante che valuto positivo. Ha infatti messo allo stesso tavolo tre culture, quella cattolica, quella liberale e quella socialista, per costruire su questo progetto politico la San Marino del domani. L’esperienza del Patto la suddivido in due momenti. La fase iniziale in cui tutte le forze si sono concentrate ad affrontare le emergenze: il sistema dei pagamenti, la procedura rafforzata, la white list Ocse, la firma di due accordi con l’Italia, la visita del ministro Frattini. Atti in cui l’interesse generale del Paese è prevalso su quello particolare dei partiti e dei singoli. Poi una seconda fase, in cui invece le politiche particolari hanno allontanato quello che era stato un agire e un costruire comune. Sono iniziati qui i distinguo degli Eps, che sono continuati. La stessa Alleanza popolare ha cambiato atteggiamento. Da qui sono nate vicende, illazioni, sospetti che in altri momenti, se non ci fosse stato un contesto critico forte, come quella attuale, avrebbero causato la caduta di un governo senza pensarci troppo. Credo che tutto il Patto debba dare atto alla Dc di aver privilegiato gli interessi generali, la stabilità, subendo critiche ingiuste e attacchi strumentali. Il nostro senso di responsabilità ha salvato la maggioranza e il governo, sono convinto che tutti debbano dimostrare responsabilità e spirito di servizio.
Mi auguro che ci sia una terza fase, in cui dovremo lavorare molto, che dovrà essere in grado di risolvere problemi e creare prospettive. Dare stabilità all’azione di governo nell’interesse del Paese. Dovremo quindi rivedere e riorganizzarci in tante cose per raggiungere l’obiettivo. Occorre ridefinire l’esecutivo del Patto perchè sia più rapido e incisivo nelle decisioni e nella collaborazione con il governo. Bisogna migliorare il metodo di lavoro, la capacità di dialogo sulla proposta tra le forze politiche di maggioranza, e anche con quelle di opposizione e con la società. Dobbiamo avere chiarezza dai partiti che compongono la coalizione, a cominciare dagli Eps. Non si può allo stesso tempo stare al governo e comportarsi da partito di opposizione.
Infine il partito. Solo una Dc forte, unita nella sua identità, potrà garantire condizioni di stabilità politica, governabilità, coraggio e prospettiva per il Paese che viene prima di tutto, prima degli interessi di partito. Perché sono a rischio posti di lavoro, perdita di competitività delle aziende e la nostra stessa sovranità. Agiamo da sammarinesi, lavoriamo insieme.
Solo un anno fa non avrei mai pensato di valutare una grande assunzione di responsabilità nei confronti del partito e del Paese, come quella di candidarmi alla segreteria. Molte volte, in questi giorni, mi sono chiesto se è la scelta giusta, non per me, ma per il partito e per il Paese, per il ruolo difficile e fondamentale che il Pdcs ha in questo momento. Ho deciso comunque di mettermi in gioco, di candidarmi. Vi posso assicurare che, se mi darete fiducia, darò tutto me stesso e sarò il segretario di tutti. Lavorerò con voi a partire dalle sezioni”.
MARCO GATTI Nato a San Marino il 25/01/1967, Residente a Domagnano Coniugato e padre di due figli nel 1985 Conseguito Diploma di Ragioniere e perito commerciale e Professione dal 1996 Libero professionista
Esperienze politiche
dal 1990 Iscritto al PDCS nella Sezione di Domagnano
dal 2000 al 2005 Membro del Direttivo di Sezione
dal 2000 Membro del Consiglio Centrale
dal 2005 al 2006 Membro di Direzione
dal 2005 al 2006 Vice-Segretario
dal 2006 Membro del Consiglio Grande e Generale
dal 2006 Membro della III Commissione Consigliare
dal 2008 Capo delegazione nel Consiglio d’Europa
dal 2009 Coordinatore per il PDCS dell’Esecutivo del Patto
nel 2010 Coordinatore dell’Ufficio Politico