Il suo corpo è ancora chiuso in una cella frigorifera della camera mortuaria dell’ospedale di Rimini. A distanza di quasi quattro mesi dal suo ritrovamento, Maria Pia Galanti, 19 anni di sogni e di llusioni, andati distrutti per sempre, è ancora senza pace, senza un luogo dove riposare. La Procura è pronta a concedere il nullaosta per la sua sepoltura; la salma di Mary non è più sotto sequestro da settimane, ma nessuno dalla famiglia ancora l’ha richiesto ufficialmente. Tocca ad un parente della deceduta fare richiesta alla Procura per svolgere i funerali, questa è la prassi. La madre Maria Elena al telefono si limita solo a confermare che la figlia non è stata ancora sepolta: «Grazie dell’interessamento, ma non posso parlare ora, ho gli altri bambini da recuperare», aggiunge per poi troncare ogni conversazione. La tragedia ha travolto i Galanti che non si rassegnano: vogliono avere altre risposte sulla fine della loro figlia. Chiedono la prova del Dna, radiografie dentali, pur sapendo già che l’impronta palmare, la prova regina sulla sua identità, ha già dato quella risposta che mai avrebbero voluto sentire: il corpo mummificato e scoperto a Santarcangelo è Maria Pia. Senza alcun dubbio, parola di scienza. Maria Pia, o Mary, come la conoscevano gli amici, è stata trovata senza vita, il corpo mummificato, all’interno di un container della stazione di Santarcangelo il 24 ottobre scorso. Maria Pia ha bruciato in fretta la sua esistenza, entrando nel giro dell’eroina, fra l’angoscia di padre e madre che si erano prodigati per aiutarla. E proprio per procurarsi la droga più facilmente, frequentava pusher magrebini con i quali spartiva giorni e notti.
La mamma l’aveva sentita l’ultima volta il 4 settembre, una telefonata veloce, poi il silenzio. Così, non avendo più sue notizie, padre e madre avevano sporto denuncia di scomparsa. «Aiutateci a trovare nostra figlia», avevano chiesto, disperati, ai carabinieri di Misano. Poi quel 24 ottobre era arrivata la prima, drammatica realtà: il ritrovamento di un corpo in decompisizione di una giovane. I genitori non avevano riconosciuto gli indumenti che la ragazza indossava. «Non può essere Maria Pia», avevano detto agli inquirenti. Gli esami compiuti avevano dato la sentenza: quella giovane trovata morta era Maria Pia Galanti. L’unico vero mistero resta la causa del decesso. L’autopsia e i più approfonditi esami, richiesti dal sostitituto procuratore Paolo Gengarelli, non sono riusciti a svelare il motivo di quella morte assurda. Nessun segno di violenza, nessuna ferita. Mary è forse morta per un mix di droga e farmaci, abbandonata dentro quel container. E ora è ancora sola, dentro una cella frigorifera, aspettando di ricevere l’ultimo abbraccio da chi l’ha amata veramente. Il Resto del Carlino