Marketing e comunicazione, con sport di base si può

(ANSA) – ROMA, 27 NOV – Marketing sociale ed etico nello
sport. Questi i temi al centro del dibattito organizzato on line
dall’US Acli, Ente di promozione riconosciuto dal Coni
nell’ambito di `Fare Reteï. All’incontro, moderato dal capo
della redazione sportiva dell’ANSA, Piercarlo Presutti, hanno
partecipato Carlo Giannetto (docente di marketing
dell’Università degli Studi di Messina), Damiano Lembo (n.1
dell’US Acli), Giovanni Valentini (Direttore Commerciale Figc),
ed Enrico Varriale (Vice direttore Rai Sport).”Dal punto di
vista dell’immagine – le parole di Valentini – la scommessa di
Gravina di `internizzareï tutta l’area commerciale e ricavi è
stata una scommessa vinta sul campo, con un incoming maggiore
del 50% rispetto al quadriennio precedente con 20 nuove
aziende”. Tra i connubi più riusciti della rinascita delle
nazionali azzurre c’è quello che lega la Figc alla Rai: “Fin dal
mondiale femminile del 2019 – ricorda Varriale – con le azzurre
che fecero davvero breccia, Rai Uno chiese di trasmettere
Italia-Brasile con oltre 6 milioni di spettatori e quasi il 30%
di share, roba pari al Festival di Sanremo. Dal 2019 in poi non
siamo mai scesi sotto il 23% di share con la nazionale di
Mancini, 6,6 milioni di spettatori solo con la Bosnia”. I numeri
dell’industria sportiva li ha ricordati il professor Giannetto: “In Italia nello sport lavorano circa 120 mila persone e 40 mila
imprese per un fatturato di 14 miliardi di euro. Oggi il
marketing applicato nello sport è sicuramente una risorsa”.
    “Serve un cambio di mentalità su questo tema – ha rilevato il
presidente dell’Us Acli Lembo – perché sempre di più si avverte
la necessità di nuove forme di comunicazione e marketing”. (ANSA).
   


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