SULLA vicenda giudiziaria dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è calata di nuovo una cortina di silenzio. Il caso non è ancora citato nell’elenco delle questioni pendenti alla Corte Permanente di Arbitrato dell’Aja, che dovrebbe istituire l’organo collegiale chiamato a decidere la controversia fra Italia e India. Il fascicolo è stato inviato alla Corte della capitale olandese dal Tribunale internazionale sul diritto del mare che si è riunito ad Amburgo il 24 agosto.
I giudici avevano imposto all’India di congelare ogni procedura giudiziaria, ma avevano respinto la richiesta di permettere a Girone di tornare in Italia. L’India aveva aderito alla sollecitazione: la prima udienza della Corte Suprema sulla vicenda dei marò accusati da un’inchiesta faziosa e improbabile di aver ucciso due pescatori indiani è così slittata al 13 gennaio del 2016.
MA nella lista delle procedure pendenti alla Corte Permanente di Arbitrato dell’Aja la controversia fra Roma e Nuova Delhi si segnala per la sua assenza. Sono elencati infatti solo cinque casi in corso. Il secondo è quello della Arctic Sunrise, la nave di Greenpeace il cui equipaggio fu arrestato dalla Russia nel 2013. Il primo è una disputa fra Malta e Sao Tomé e Principe sulla condanna del comandante della petroliera turca Duzgit Integrity per contrabbando. Interpellata direttamente da questo giornale, la cancelleria del Tribunale Internazionale sul diritto del mare, dopo aver sollecitato una e-mail circostanziata, non ha dato nessuna risposta sui tempi della procedura.
E maggiori lumi non vengono da una lettera inviata il 7 ottobre dall’Alta rappresentante della Ue per la politica estera e della sicurezza Federica Mogherini a Cecilia Wiktsroem, membro svedese del Parlamento Europeo per il Partito Popolare Liberale e presidente del Comitato per le Petizioni. Quest’ultima era stata interpellata da un cittadino italiano. La vicepresidente della Commissione ricorda che l’India ha congelato tutti i processi e osserva: «C’è da sperare che questo sviluppo segnali un progresso verso una soluzione che sia accettabile per entrambe le parti, Italia e India, e che sia basata sul diritto internazionale e sulla Convenzione delle Nazioni Unite per il diritto marittimo».
L’ANALISI delle carte depositate dall’India al Tribunale di Amburgo continua a riservare sorprese. Nella perizia balistica sono esibiti timbri dei «Carabinieri Reparto Investigazioni scientifiche» che suggeriscono la partecipazione di ufficiali dell’Arma. In realtà i maggiori Luca Flebus e Paolo Fratini non vennero messi in condizione di accertare che i proiettili esaminati fossero stati estratti dai corpi senza vita dei due pescatori Valentine Jelestine e Ajeesh Pink e furono esclusi dalla fase cruciale dell’accertamento, quella che avrebbe dovuto essere fatta con un microscopio comparatore, con un gascromatografo e con lo spettrometro di massa. Sono gli strumenti elencati come necessari dallo Swggun, l’organo che detta le linee guida e gli standard per i laboratori scientifici delle polizie di tutto il mondo.
Il Giornale