LA NEW ENTRY (made in Campania) in fatto di taroccaggi, ‘sòle’ e ‘pacchi’ vari, è la banconota ‘fac simile’ che però rende quasi come una ‘veramente’ falsa. E’ un sistema con il quale si rischia poco e si guadagna molto. E il tutto grazie, tutto sommato, al codice penale. Le banconote in questione infatti sono smaccatamente false, c’è addirittura scritto ‘fac simile’ sopra, quindi non solo il codice penale ti consente di tenerne tranquillamente qualche chilo nell’armadio o delle manciate in tasca senza che nessun carabiniere ti possa accusare di nulla, ma nel caso in cui ti scoprano mentre le usi rispondi di furto aggravato dall’uso di mezzo fraudolento, ma non della spendita di monete false. Tradotto dal codice penale, significa: nel primo, rischi da uno a sei anni di reclusione. Nel secondo si va da un anno e mezzo a 8. Insomma, il fac simile conviene.
CHIEDETE alla banda di campani (in tre, tutti tra i 20 e i 27 anni) che sono riusciti a rifilare ad una macchinetta cambiasoldi di una sala scommesse Snai di Marotta 23 banconote da 50 euro, di quel tipo, con tanto di misteriosa scritta ‘night club’ (ulteriore beffa) su una delle facce. La macchinetta cambiasoldi serviva per fornire moneta da inserire nelle slot machine. Ma i tre, quella sera dell’11 settembre scorso, quando è avvenuto il fatto, avevano trovato il modo di vincere sempre. Nel senso che per motivi tecnologici che conoscono in pochi e che è arduo spiegare, il software della macchinetta cambiasoldi si faceva ingannare da quelle banconote. Le riteneva vere, e quindi cambiava i 50 euro. I tre, per rifilare il ‘pacco’ con eleganza, usavano pochi degli euro così facilmente guadagnati, per giocare davvero alle slot, ma intascavano il resto. Solo che a un certo punto il titolare della sala scommesse, quando ha fatto delle verifiche perchè i tre non lo convincevano del tutto («giocavano troppo, mi pareva anomalo», racconterà poi ai carabinieri), ha trovato all’interno della cambiasoldi la carta straccia, cioè 23 banconote, che «solo a guardarle da un paio di metri di distanza», dice un investigatore, capisci che sono false. Da lì la denuncia ai carabinieri di Marotta (Compagnia di Fano), che stanno indagando, ma risalire ai tre è praticamente impossibile. Non si sa chi sono, si sa solo che con la stessa tecnica, i tre ci avevano provato con successo anche in una sala giochi di Senigallia (su una macchinetta cambiasoldi della stessa marca di quella di Marotta) e in una lavanderia. Ma in quest’ultimo caso non hanno avuto in cambio nessun euro vero. Lavanderia intelligente? Macché. Aveva finito gli spicci.
I CARABINIERI dicono che queste sono banconote fatte ‘in casa’. Nessuna stamperia di lusso, dietro, solo un uso ‘magistrale’ del pc, che compone il geniale mosaico sapendo quale interfaccia bisogna ingannare. Poi una stampante come si deve, ed è fatta. Bello, vincere facile.
