Materiale inerti degli scavi: cercasi siti nella Repubblica di San Marino .. di Alessandro Carli

di Alessandro Carli

 

“Tutto fermo da due mesi”. Le quattro imprese più importanti che operano nel settore delle escavazioni e del trasporto di terra e roccia da scavo della Repubblica di San Marino – CAS srl, GAD spa, GAL spa e ASA spa, che hanno fondato New Unimpresa e che hanno assieme una forza lavoro di circa 100 dipendenti – hanno lanciato l’allarme: sul Monte Titano non ci sono più i siti autorizzati predisposti ad accogliere il materiale inerte derivante dagli scavi. L’unico centro predisposto difatti ha terminato la sua capacità di ricezione. “A maggio di quest’anno – raccontano i rappresentati di New Unimpresa – la capacità di stoccaggio del sito di Cà Arancione è terminata, anche per i volumi prodotti dal Polo del Lusso, più o meno 300 mila metri cubi (l’equivalente di circa 50 campi da calcio riempiti per un metro di altezza, ndr) di materiali. Attualmente quindi siamo fermi e non sappiamo dove conferire i terreni di scavo”.

Un problema che si aggiunge alla crisi ormai decennale dell’intero comparto legato all’edilizia, quindi imprese di costruzioni, imbianchini, arredatori di interni e idraulici, un tempo il vero volano dell’economia del Monte Titano.

“Le commissioni ed i lavori, seppur ridotti rispetto al passato, non mancano – sottolineano -. Quando un nostro cliente ci contatta per fare uno scavo per una nuova costruzione, una ristrutturazione o un impianto fognario siamo costretti a rinunciarvi perché non sapremmo dove trasportare il terreno scavato”.

Un blocco che nei fatti manda in stallo tutta la filiera legata al settore dell’edilizia.

Come se non bastasse, la mancanza di siti ha ricadute incisive anche sui conti economici dello Stato. “Alcune imprese hanno dovuto ricorrere alla Cassa Integrazione Guadagni” affermano i quattro rappresentanti di New Unimpresa.

“Tramite l’Associazione Nazionale Industria San Marino – proseguono – abbiamo incontrato la Segreteria preposta, quella al territorio. Anche perché è davvero difficile reperire terreni adatti al conferimento. Ci è stato assicurato che avrebbe trovato una soluzione all’istanza ma al momento, anche a causa di pastoie burocratiche ed esigenze dei proprietari dei terreni, è tutto fermo. Abbiamo inoltrato la richiesta di aprire qualche nuovo sito, anche per far fronte ai volumi di materiali che, lo vogliamo ricordare, rientrano nella categoria dei ‘rifiuti non pericolosi’ quindi non dannosi per l’ambiente e il terreno”.

A differenza dei rifiuti solidi e speciali difatti quelli inerti non costituiscono una minaccia per l’ecosistema.

“Siamo consci che i tempi non possano essere velocissimi. L’iter procede a rilento anche perché è complicato. Siamo comunque ottimisti che si possa risolvere senza dover aspettare troppo”.

New Unimpresa infine si sofferma sui prezzi e sulla natura geologica della Repubblica. “Sappiamo che non si tratta di operazioni a costo zero, i siti cioè devono essere ‘preparati’ in maniera adeguata. Ciò comporta un’attenta progettazione dell’opera per rendere sicura nel tempo tutta la zona interessata all’apporto del terreno”. Fixing