Questa mattina nel Maxi processo CONTO MAZZINI, all’analisi da parte delle difese del teste Nicola Veronesi, il direttore AIF (Agenzia Informazione Finanziaria), l’intera ipotesi accusatoria che ha dato vita al fascicolo 769/2012, ovvero l’indagine sul trasferimento di fondi da Black Sea Pearl a Clabi, la società dell’ex Ministro Claudio Podeschi e Biljana Baruca, è esplosa nella sua aleatorietà.
Lo stesso teste di accusa, incalzato dagli avvocati Massimiliano Annetta e Stefano Pagliai, fra i non pochi “non ricordo”, ha confermato più volte che l’unico elemento concreto appurato dall’Aif a carico di Podeschi e Baruca è una informativa svizzera in cui si annuncia che si stava indagando su presunti legami fra Black Pearl e operazioni non chiare e riferibili a tal Vanangels Connections. Una indagine, risulta già agli atti, archiviata dopo la richiesta del PM elvetico depositata nel febbraio 2014. Ovvero quattro mesi prima dell’arresto di Podeschi e Baruca.
“Ma si rende conto che su questi elementi aleatori due persone hanno fatto oltre un anno di galera?” ha incalzato Pagliai, seguito pochi minuti dopo da Annetta: “Se lei aveva solo la comunicazione svizzera e nulla’altro, perché nelle sue conclusioni che hanno avuto tanto peso nella’arresto le trasforma in certezze?”
Risposta disarmante. Testualmente il direttore Aif ammette: “…posso essere stato improprio”.
Dunque, la prima vera udienza dibattimentale riserva grandi sorprese… E ora, alle 15, i lavori riprendono con la seduta pomeridiana.
Enrico Lazzari