Il 20 settembre scorso nella Prefettura di Rimini è stata celebrata la prima ricorrenza della “Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la seconda Guerra mondiale”, istituita dalla legge n. 6 del 13 gennaio 2025 per conservare la memoria dei cittadini italiani, militari e civili, internati nei campi di concentramento della seconda guerra mondiale, a causa del proprio rifiuto di collaborare con lo stato nazista e con la Repubblica Sociale Italiana fascista dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Nella Sala delle Bandiere di Palazzo Massani il Prefetto Giuseppina Cassone, affiancata dalla Vice Presidente della Provincia di Rimini, dai Sindaci e da rappresentanti dei comuni di provenienza degli insigniti (Rimini, Bellaria Igea Marina, Poggio Torriana, Riccione, Sant’Agata Feltria, Verucchio), ha consegnato quattordici Medaglie d’Onore concesse dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una delle Medaglie d’Onore è stata consegnata ad Angela e Carlo Mondaini, la sorella 94enne e il fratello 80enne di Giuseppe Mondaini, soldato italiano di Verucchio che prese la vita il 12 febbraio 1944 nella tragedia della nave “Oria”, uno dei peggiori naufragi della storia dell’umanità, il più grave mai avvenuto nel Mediterraneo. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, lo sbandamento dell’esercito italiano lasciato senza ordini dal re e dal governo in fuga consentì la cattura da parte dei tedeschi di circa 650.000 militari. Nell’isola greca di Rodi, all’epoca appartenente all’Italia, ne erano stati concentrati decine di migliaia, in attesa del trasferimento via mare verso il continente nei campi di prigionia. Questi viaggi vennero effettuati usando spesso carrette del mare, stipando i prigionieri nelle stive e ignorando le più elementari precauzioni di sicurezza. Diverse navi affondarono per attacco degli Alleati o per incidenti, con la morte di circa 15000 soldati italiani. Uno di questi affondamenti fu quello del piroscafo “Oria”. Era una nave carboniera norvegese risalente al 1920, 2127 tonnellate per poco più di 86 metri, requisita dai tedeschi con tutto il suo equipaggio. Nella notte dell’11 febbraio 1944 l’Oria partì da Rodi diretta al Pireo con a bordo 4046 militari italiani prigionieri (43 ufficiali, 118 sottufficiali, 3885 soldati), 90 tedeschi di guardia o di passaggio, e l’equipaggio. Stipata all’inverosimile, la nave trasportava anche fusti di olio minerale e gomme d’autocarro. Durante il viaggio nell’Egeo si scatenò una violenta burrasca. A sole 18 miglia dalla meta, l’Oria, impossibilitata a governare per l’eccessivo carico, andò a schiantarsi contro lo scoglio della Medina presso l’isolotto di Patroclo (nota anche come Gaidaronisi, “isola degli asini”), presso Capo Sunio. La nave si spezzò in due tronconi e affondò lentamente. Per ben due giorni le condizioni meteo avverse impedirono l’intervento dei soccorsi. Degli oltre 4.000 italiani ne vennero tratti in salvo soltanto 37, insieme a 6 soldati tedeschi, 5 uomini dell’equipaggio norvegese, tra cui il comandante ed il primo ufficiale di macchina, e un greco. Le vittime furono 4163. Fra loro c’era il militare dell’esercito italiano Giuseppe Mondaini, nato a Verucchio il 19 aprile 1922: non aveva ancora 22 anni.
Comune di Verucchio