La crisi in Medio Oriente si aggrava con l’Iran che ha lanciato missili ipersonici contro Israele, segnando un nuovo pericoloso capitolo di escalation militare. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno confermato di aver colpito siti iraniani di produzione di centrifughe nucleari e armamenti, mentre il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc) rivendica il dominio sullo spazio aereo israeliano.
Il presidente americano Donald Trump, dopo intense consultazioni con il suo team di sicurezza nazionale, non ha ancora deciso se intervenire militarmente a fianco di Israele, secondo fonti riportate dal Wall Street Journal. L’opzione di un attacco mirato ai programmi nucleari iraniani è sul tavolo, ma Trump spera che la sola minaccia possa spingere Teheran a tornare al tavolo dei negoziati.
Nel frattempo, la situazione sul terreno si fa sempre più critica: il primo volo di rimpatrio di cittadini israeliani bloccati all’estero è atterrato a Tel Aviv, mentre la Cina ha avviato la prima evacuazione dei propri connazionali da Teheran via terra, segno della crescente tensione internazionale.
Le Guardie della Rivoluzione iraniane hanno dichiarato con orgoglio di aver raggiunto il “dominio totale” sui cieli israeliani, rendendo inefficaci le difese di Tel Aviv di fronte agli attacchi missilistici. L’undicesima ondata di bombardamenti iraniani rappresenta la risposta di Teheran a quella che definisce “aggressione israeliana”.
Secondo il Washington Post, Israele può mantenere il suo sistema di difesa missilistica solo per altri 10-12 giorni senza un sostegno più massiccio da parte degli Stati Uniti. Se gli attacchi iraniani dovessero continuare con l’attuale intensità, lo Stato ebraico potrebbe non essere in grado di intercettare tutte le minacce missilistiche.
Mentre il rischio di un conflitto aperto cresce, il network Cnn avverte che gli Stati Uniti si trovano sull’orlo di una scommessa pericolosa. Un attacco militare devastante, come quello alla centrale nucleare di Fordow con bombe di altissima potenza, potrebbe distruggere il programma atomico iraniano ma rischia di scatenare una reazione a catena incontrollabile, con ritorsioni su basi americane e personale in Medio Oriente, oltre a possibili ripercussioni in Europa e un aumento dei flussi migratori.
Un funzionario americano ha inoltre chiarito che non ci sono indicazioni di un attacco imminente dell’Iran contro le basi Usa nella regione, ma le forze americane restano in stato di massima allerta. Secondo il New York Times, Teheran è pronta a colpire se gli Stati Uniti dovessero unirsi a Israele nei bombardamenti.
Intanto, il leader supremo iraniano Ali Khamenei ha lanciato un messaggio bellicoso su X (ex Twitter): “La battaglia ha inizio”, citando un versetto del Corano e promettendo la vittoria della Repubblica Islamica sul regime sionista per volontà divina.
In questo scenario incerto, il mondo attende con apprensione la decisione di Trump, che potrebbe cambiare per sempre gli equilibri geopolitici del Medio Oriente e segnare l’ingresso degli Stati Uniti in un conflitto dalle conseguenze imprevedibili.