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La nota diffusa nei giorni dalla Santa Sede pur riconoscendo i frutti spirituali di Medjugorje e autorizzando a recarsi in questo luogo, stabilisce e precisa che: non riconosce la soprannaturalità dell’ evento; non riconosce le apparizioni; non riconosce i messaggi; invita a stare lontani dai veggenti; impone di anteporre “presunti” alle apparizioni e ai veggenti. In parole semplici, nonostante l’implicita (ma non dichiarata) fantozziana ” è una boiata pazzesca”, il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, cardinale Victor Manuel Fernandez ha concesso il Nihil Obstat. Tradotto, giuridicamente: nulla osta, prosaicamente: facciamo finta che tutto va ben. A Medjugorje dunque, cambia ben poco per i pellegrini, ma da ora i messaggi passeranno al vaglio del Visitatore Apostolico. A parte la contraddizione: i messaggi non sono veri, ma è opportuno correggerli, malizia farebbe intendere che il “correttore di bozze” travestito da Visitatore, incarni una certa malcelata preoccupazione per eventuali dichiarazioni della Gospa non propriamente in linea con la neo dottrina di papa Francesco. Nella nota, il Card. Fernandez ha anche voluto citare la conclusione del rapporto, che divide il fenomeno Medjugorje in due fasi: le prime sette apparizioni, tra il 24 giugno e il 3 luglio del 1981, e tutto quello che è avvenuto dopo. A proposito delle prime sette apparizioni, la Commissione Ruini aveva stabilito (e Fernandez lo ha sottolineato) che “la devozione sorta a Medjugorje ha un’origine soprannaturale, è autentica”. Sovviene dunque vagheggiare: come è possibile adottare un rapporto che stabilisce inequivocabilmente che a Medjugorje la Madonna è apparsa e allo stesso tempo sostenere che è impossibile stabilirne la soprannaturalità? Contraddizione lapalissiana! Discordanza facilmente ricomponibile dall’unione dei frutti spirituali andati a nozze (laiche) con i frutti dell’albero sbocciati dai taccuini dei paganti pellegrini. Gospa si, Gospa no: the show must go on!
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