Il rischio di una Terza guerra mondiale innescata dal terrorismo viene citato sia nel messaggio del papa Francesco sia in quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella inviati agli organizzatori del Meeting di Comunione e liberazione che si apre domani a Rimini.
“Si può sperare ancora davanti a una terza guerra mondiale combattuta a pezzi e con tanti fratelli perseguitati e uccisi a motivo della loro fede? Ha ancora senso amare, lavorare, fare
sacrifici e impegnarsi? Dove va a finire la mia vita e quella delle persone che non vorremmo perdere mai? Che cosa stiamo a fare nel mondo?… Sono domande che si pongono tutti, giovani e adulti, credenti e non credenti”, si legge nel messaggio del Papa in occasione della XXXVI edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini.
Il messaggio di papa Francesco prosegue affermando che “prima o poi, almeno una volta nella vita, a causa di una prova o di un evento gioioso, riflettendo sul futuro dei propri figli o sull’utilità del proprio lavoro, ciascuno si trova a fare i conti con uno o più di questi interrogativi. Anche il negatore più incallito non riesce a estirparli del tutto dalla propria esistenza. La vita non è un desiderio assurdo, la mancanza non è il segno che siamo nati ‘sbagliati'”.
Specularmente, seppure nel titolo del Meeting riminese non ci sia alcun riferimento né al terrorismo né a rischi di guerra, anche il messagio di Mattarella parla di “Terza guerra mondiale”: “Il terrorismo, alimentato anche da fanatiche distorsioni della fede in Dio, sta cercando di introdurre nel Mediterraneo, in Medio Oriente, in Africa i germi di una terza guerra mondiale. Sta alla nostra responsabilità fermarla”, scrive infatti il capo dello Stato nel suo messaggio.