
Incontro a Palazzo Chigi questo pomeriggio tra Giorgia Meloni e il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il tavolo tra il presidente del Consiglio e il Guardasigilli era in programma da tempo, come dichiarato nei giorni precedenti dal ministro e quest’oggi due hanno discusso dei prossimi passi nella direzione della riforma della Giustizia, necessaria e tra le priorità indiscutibili di questo esecutivo. A seguito dell’incontro, Giorgia Meloni ha fatto il punto: “Dare ai cittadini una giustizia giusta e veloce è una priorità assoluta di questo governo e un impegno che abbiamo preso con gli italiani. Siamo determinati a mantenerlo nel più breve tempo possibile“.
Da quando si è insediato, questo esecutivo ha sempre messo la giustizia tra le sue priorità, come dimostrano gli interventi fin qui portati avanti dal governo, che è pienamente operativo da circa cinque mesi. Tutto questo anche come atto dimostrativo nei confronti di chi, da ottobre, avanza ipotesi in merito a fantasiose divisioni all’interno della maggioranza di governo. “L’incontro avvenuto oggi pomeriggio tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, conferma il clima disteso e proficuo che si respira all’interno della maggioranza di governo“, ha dichiarato il senatore FdI Sergio Rastrelli, segretario della commissione Giustizia.
Rastrelli ha poi concluso: “Smentite, dunque, le voci strumentalmente diffuse su presunti dissidi interni. La riforma della giustizia, di cui l’Italia ha bisogno dopo anni di smarrimento e improvvisazione dei precedenti esecutivi sul tema, è uno degli obiettivi che il governo Meloni non mancherà di raggiungere. Tutti uniti per il bene della nazione“.
Prima di recarsi a Palazzo Chigi, il ministro Carlo Nordio è intervenuto alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2023 della Corte di Cassazione: “Ogni futura riforma, prima di essere affidata alle valutazioni del parlamento sovrano, si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura all’accademia e alla magistratura“.
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