Ancora non si fanno nomi. Il centrodestra continua la sua manovra di avvicinamento alle amministrative di ottobre senza bruciare i potenziali candidati. La compattezza della coalizione è considerata (anche dagli avversari) l’arma vincente. Però non basta e il tempo è tiranno e quanto prima bisogna rompere gli indugi sui nomi. Si fa sempre più insistente il pressing di Giorgia Meloni. Ieri è tornata a chiedere un incontro di vertice con Salvini e Tajani per sciogliere il nodo delle due principali città dove si tornerà a votare: Roma e Milano. «Qualche giorno fa, alla prima riunione di coalizione del centrodestra convocata dopo diverse settimane – spiega la leader di Fratelli d’Italia – il mio partito ha offerto la sua disponibilità a sostenere Guido Bertolaso e Gabriele Albertini e chiesto che queste due personalità sciogliessero finalmente la riserva. Dopo pochi giorni, entrambi hanno dichiarato di non volersi candidare. Ringrazio entrambi per aver risposto celermente e torno a chiedere a Matteo Salvini e Antonio Tajani di incontrarci quanto prima per valutare insieme le altre proposte». Il coordinatore nazionale azzurro spera ancora in un ripensamento dell’ex capo della Protezione civile, mentre cade anche l’altra ipotesi avanzata dalla Lega. La senatrice Giulia Bongiorno infatti ha declinato l’invito a candidarsi. Resta comunque la necessità di un confronto interno per sgombrare il campo da dubbi e indecisioni. Lo stesso Maurizio Lupi (Noi per l’Italia), da Forza Italia indicato come adeguato «rimpiazzo» per il mancato coinvolgimento di Albertini a Milano, confessa che la sua candidatura è solo una ipotesi piuttosto vaga.
Ieri intanto si è tenuto il tavolo dei responsabili degli enti locali dei diversi partiti che compongono la coalizione. Ed è stato ratificato il metodo di scelta delle candidature per le città con meno di 15mila abitanti e dei capoluoghi minori. L’accordo raggiunto riguarda la gran parte dei Comuni coinvolti nelle amministrative autunnali. Saranno ricandidati tutti i sindaci che nella passata consiliatura rappresentavano i partiti della colazione a partire da città come Trieste, dove è tricolore il civico Roberto Dipiazza, Pordenone (Alessandro Ciriani, indipendente di destra) Novara (Alessandro Canelli, Lega) e Grosseto, dove nel 2016 è stato eletto il civico Antonfrancesco Vivarelli Colonna. Mentre tra le novità si segnala la candidatura di Roberto Maroni a sindaco di Varese.
Al tavolo, convocato negli uffici della Lega alla Camera, presenti, per il partito di Matteo Salvini il responsabile enti locali Stefano Locatelli e il vicesegretario federale Andrea Crippa. Forza Italia era rappresentata dal senatore Maurizio Gasparri, responsabile enti locali e dalla senatrice Licia Ronzulli, per Fdi Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato con il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida. Tra i centristi il senatore Antonio De Poli presidente dell’Udc e ancora Vittorio Sgarbi, leader di Rinascimento (che presenterà una sua lista in ben 40 Comuni). «La precondizione per la sussistenza del tavolo di coalizione è il rispetto – ha chiarito Licia Ronzulli, citando la dichiarazione di Giovanni Toti che ha annunciato di voler fondare un partito serio, e di voler acquisire deputati eletti con altri partiti -. Giochiamo bello stesso campo, bisogna conquistare consenso fuori dal recinto della coalizione, farlo al nostro interno non produce alcun risultato».
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