Approfittano delle fasce più deboli della società, specialmente degli anziani, per mettere in atto truffe odiose. Truffe che fruttano diverse centinaia di euro ma che lasciano segni indelebili nelle vittime, che vengono minate psicologicamente. Uno dei metodi più diffusi è la cosiddetta truffa dello specchietto. Un 24enne originario della provincia di Siracusa è stato denunciato dai carabinieri di Faenza per aver truffato in due giornate differenti prima a Riolo Terme e poi a Brisighella due malcapitati riuscendo a portare via oltre 2mila euro. Il raggiro viene messo in pratica di solito da una coppia di malviventi che viaggiano a bordo di un’auto apparentemente nuova. La vittima della truffa sentirà il rumore di un colpo secco sulla propria carrozzeria come se avesse urtato qualcosa. A quel punto entrano in scena i truffatori che costringono la vittima a fermarsi e raccontano al conducente che poco prima la sua auto ha urtato lo specchietto retrovisore della loro vettura indicando effettivamente un danno e chiedendo denaro.
IL 24enne aveva messo a segno due truffe l’8 e il 9 settembre. La prima a Riolo Terme: dopo il ‘classico’ urto un 72enne era stato inseguito da una Renault Clio; uno degli occupanti aveva indotto l’anziano al volante a fermarsi e dopo aver inscenato il solito copione si era fatto consegnare 550 euro in contanti. Il giorno dopo, la stessa Clio, a Brisighella era stata la protagonista di una truffa ad un 66enne invalido che al volante di una microcar era stato fermato dal conducente della Renault. E il malvivente è stato abile convincendo l’anziano a recarsi in banca per prelevare il denaro per risarcirlo. L’appuntamento però era stato rimandato di un giorno perché l’istituto di credito aveva già chiuso. Il brisighellese, il giorno dopo, si è presentato all’appuntamento, e ha consegnato 600 euro al truffatore che, contando sulle condizioni dell’invalido, lo ha convinto a effettuare un altro prelievo di altri mille euro. È stata una delle cassiere della banca, insospettita, ad avvisare i carabinieri, anche se ormai era tardi. I militari, visionando le telecamere delle vie di accesso ai luoghi dove erano avvenuti i finti incidenti sono risaliti ad un numero di targa sulla quale pendeva un ‘alert’ delle forze dell’ordine per essere un mezzo già segnalato per altre truffe sul territorio nazionale. Incrociando i dati degli occupanti i militari dell’Arma hanno prodotto un fascicolo fotografico i cui volti sono stati mostrati alle due vittime. Si è poi risaliti al 24enne che poi è stato fermato nelle Marche e denunciato. «Dall’indagine che abbiamo portato a termine – dice il comandante della Compagnia Carabinieri di Faenza, Cristiano Marella – emerge ancora una volta il profilo del truffatore senza scrupoli che spesso sceglie come vittime i soggetti più deboli». Il Resto del Carlino