Fatturato e ordini 2009, anno nero dell’industria.
Nella media del 2009 il fatturato dell’industria italiana e sammarinese è crollato del 18,7% rispetto al 2008. Scesi a picco anche gli ordinativi, che hanno segnato un -22,4% rispetto all’anno precedente.
L’Istat, che ha elaborato le statistiche,precisa che si tratta del peggiore calo dal 2000. A dicembre però sia il fatturato che gli ordinativi, nel confronto con il mese precedente, hanno registrato rispettivamente un incremento dell’1,9% e del 4,7%. «Sono dati che ci aspettavamo.
L’industria è in difficoltà ma il governo latita
Questi numeri raccontano una storia che il governo, alle prese con la decapitazione dei vertici di Banca Centrale, giochi del titano, casinò, ma la crisi non è affatto alle spalle, le imprese e i lavoratori sono oggi nell’occhio del ciclone. I timidi segnali di risalita rischiano di rivelarsi solo dei rimbalzino se non saranno accompagnati da un intervento strutturale.
Siamo molto preoccupati per le sorti del Nostro Paese, in una fase in cui sarebbe necessaria una guida solida e un progetto ben definito, il governo, che si dimostra assolutamente non all’altezza, invece di proporre soluzioni positive continua a creare situazioni che non fanno che peggiorare terribilmente la situazione.
I disoccupati in un anno sono aumentati di quasi 200 unità, 910 in totale, ma solo 522 in senso stretto, cioè immediatamente disponibili a entrare nel mondo del lavoro. La fascia d’età più colpita quella dai 25 ai 29 anni.
Dati che portano il tasso di disoccupazione al 5,61% rispetto al 4,44% del 2008.
Tra gennaio e ottobre sono 2095 le aziende che hanno fatto ricorso alla casa integrazione. L’anno prima erano decisamente meno: 1.241.
Non sono solo le aziende per conto terzi a tremare ma anche aziende storiche.
Dopo oltre 40 anni di attività,una nota azienda sammarinese di infissi, con due sedi produttive nella repubblica di San Marino, con oltre 120 operai/e impiegati, non possono niente di fronte alla crisi economica. In questi giorni, l’Alfa Lum di Faetano ha annunciato la crisi e chiesto formalmente aiuto al governo: ha già annunciato decine di licenziamenti. E ora chiede che la politica faccia il possibile per aiutare ad evitare il peggio.
E’ arrivato l’ora del cambiamento mentale delle tutte le politiche ,imprenditoriali e parti sociali.
Per colpa delle nuove tecnologie e innovazione, dovremmo essere abituati al cambiamento eppure non siamo capaci ad una rivoluzione della nostro bel paese e di conseguenza della vita di ognuno di noi.
Oggi è ora che qualcuno lo incominci a dire, nel’arco degli anni a venire ci saranno dei cambiamenti in Repubblica, questo non so se in bene o in male o quale prezzo, ma se non vorremmo essere sovrastati dagli eventi prima li facciamo e minore sarà il costo che ne pagheremo…
Tutto si crea nulla si distrugge tutto si trasforma, dobbiamo modellarci a secondo la richiesta del mercato, non solo i lavoratori ma soprattutto le aziende.
Tornando all’ALFA-LUM esistono vetri o una pellicola trasparente da istallare all’interno della camera tra vetro interno e tra esterno con pannelli solari, che emettono calore, sia che producono elettricità (esempio da uno non del mestiere).
Ci saranno lavori che cambieranno o si modificheranno o saranno surclassati da altri servizi più tecnologici, esempio pensiamo ai posteggiatori, ai bigliettai di autobus con il semplice telefonino potrai pagare la corsa del autobus o treno, ai casellanti di autostrade con semplice telepass rischieranno il proprio lavoro.
L’arrivo di internet metterà in difficoltà alcune categorie di lavoratori automi (rappresentanti) e non, tipo lo stesso postino con l’e-mail sarà a rischio.
Internet ha avuto ragione su tutti i nostri postini che presto dovranno cambiare mestiere. Seguendo la tendenza globale, la posta tradizionale sta calando vertiginosamente, sostituita dalla posta elettronica e da altri contatti via web. Nell’ultimo anno il traffico di posta cartacea ha ceduto il 20%.
Ma nessun posto di lavoro sarà a rischio se si affretterà a riconversione se saranno formati e reimpiegati all’interno delle poste.
Ma il tempo è poco ma ancora «aperto» e non è chiaro quali saranno le ricadute sull’occupazione.
Non pensiate che si possa crescere un servizio dichiarando esuberi, licenziamenti
…noi questo non lo permetteremo….ma questa è un’altra storia…..
Un saluto da Michele Guidi (Orgoglio Operaio)