MICHELE GUIDI (ORGOGLIO OPERAIO): “Sindacato Zeru Tituli ed allora lascio la tessera”

“Sindacalisti e politici sono gli unici a non essere valutati, ed allora è bene lanciare qualche segnale”
La società insegna a gratificarti ogni qualvolta agisci positivamente. Ai primi passi hai mamma e papà che ti incoraggiano a camminare più veloce.
La prima parola che emetti è una esclamazione,ma per chi l’ascoltata rappresenta una preghiera.


A sei anni a scuola arrivano le prime valutazioni,poi i primi voti che ti spingono a migliorare nelle scuole medie e superiori, esami su esami, tutti giudicano il tuo operato. Il mondo fa sì che tutti si pongano degli obbiettivi e sui risultati ottenuti vieni valutato, col rischio, se va male, di essere sostituito.
Si tratta di una dura legge di sopravvivenza.
Lo stesso Murigno, lo dico da interista, quando accusa altre squadre è durissimo: le altre squadre “Zeru tituli”, l’Inter “tre tituli”. Il mondo funziona così dappertutto, ma non in politica e nello stesso sindacato.

A fine mandato nel partito o nell’organizzazione sindacale, se i risultati non sono stati raggiunti sarrebbe opportuno
non ricandidarsi e lasciare spazio ad altri.
Il rinnovo del contratto industria e artigianato non è stato raggiunto, la colpa è stata fatta ricadere sull’Anis, ma a mio parere l’Anis ha giocato con una squadra migliore della nostra.

 Abbiamo schierato in campo una squadra mediocre, abituata a beneficiare della mediazione del governo che, per il quieto vivere,attingeva alle finanze dello Stato. I prossimi contratti sarà sempre più difficile concluderli visto lo stato attuale delle finanze della Repubblica.
Occorrono squadre di gente in gamba, giovani con tanta voglia di fare, persone disposte a discutere,a capire e a elaborare nuove proposte convincenti. Invece le logiche che ci sono nel sindacato sono diverse: nessuna attenzione per gli iscritti, nessuna volontà di mettersi in discussione.
Così anche la squadra sindacale è a “zeru tituli”.
Occorre trovare qualcosa che li faccia riflettere.
Insomma uno stimolo forte per incoraggiarli a cambiare. Per questo, nel mio piccolo, ho deciso di dire stop al pagamento del contributo di iscrizione non obbligatorio al sindacato, il famoso 0,70% che mi dà diritto alla tessera. Consegnerò la mia vecchia tessera e vi invito a seguire il mio esempio. Continuando infatti a sovvenzionare
l’attuale sistema, i problemi del sindacato resteranno sempre tali e anzi aumenteranno.

 Basta,è ora che anche sui nostri dirigenti sindacali (e mi auguro anche sui politici), si adotti il metodo degli incentivi e dei disincentivi così dovranno avere più attenzione a chi porta a casa i risultati e meno a chi fa autoreferenzialità.
Michele Guidi
(Orgoglio Operaio)