Michele GuidiAnche a San Marino si spara al cinghiale

Caccia al cinghile: servono boschi e radure molto ampi e poco frequentati per pallottole capaci di uccidere ad oltre un chilometro di distanza
Chi mi conosce sa della mia passione per i rapaci,ma in genere per tutti gli uccelli migratori e stanziali.
E’di pochi giorni fa il mio incontro con uno stormo di oche, stavano volando non molto alte, oltrepassavano le valli di San Marino, esalavano una sensazione di libertà.
Ammirato dal volo delle oche, ma nello stesso tempo distratto dagli spari dei cacciatori, non riuscirò mai a capire ciò che si prova a sparare ad un piccolo uccello come un fringuello, o a un passero, un verdone o uno spippolo.
Era concepibile una volta, dopo la guerra, ciò che si provava quando la fame nelle famiglie attagliava le pance, ma oggi, nel 2010 non ne vedo il bisogno, oltretutto sfido un ‘chiunque’ cacciatore a trovare una cuoca che speli e cucini questa cacciagione particolare. Deduco che il carniere vada tutto nel cestino della mondezza, e che si spari per rabbia, per scaricare lo stress della vita. Oltretutto, se si volessero mettere in atto le regole europee della caccia, sarebbe difficilissimo, quasi proibitivo praticare l’attività venatoria a San Marino, sia per i campi coltivati,sia per la distanza dalle case. Molti non rispettano tali norme: si punta il fucile contro uccelli protetti oppure si spara ad una distanza dalla strada inferiore ai 200 metri. Lo studente colpito da un pallino di piccolo calibro alla fermata del’autobus a Torraccia è il caso che lo dimostra. Difendere il territorio e la sua fauna, dovrebbe essere una priorità non solo dei Verdi che a San Marino nessuno rappresenta. Così invece che avviare piani di tutela si ampliano le specie cacciabili. Il caso più assurdo? Quello della caccia al cinghiale. ?A Torraccia abbiamo gli aero….plani, non i cinghiali ed invece da Domagnano a Faetano fino alla Toraccia è stato perimetrato un territorio per la futura caccia al cinghiale. Cose da pazzi. 
Si tratta di una caccia particolare e pericolosa anche per chi partecipa. Un gruppo si stabilisce alla posta e uno va in battuta, quest’ultimo gruppo cerca di spingere l’animale verso quelli di posta che possono sparare solo quando il cinghiale è stato individuato e in uno specifico punto stabilito con il capobattuta. In ogni altro caso è vietato sparare proprio per la pericolosità. Ognuni partecipante deve assolutamente rimanere fermo nella sua postazione, non perché ci sia il rischio di incontrare il cinghiale, ma perché potrebbero spararti gli altri ed essere colpiti con le armi di grosso calibro usate in tale caccia è già risultato micidiale per molti. I proiettili sono capaci di uccidere anche ad un kilometro e mezzo di distanza, per questo motivo normalmente tale caccia è praticata in spazi boschivi ampi e poco frequentati. Ma la nostrana federazione della caccia è un contenitore di voti,che fa gola a tanti. 
P.S.: Propongo alle scuole elementari di armarsi di macchina fotografica digitale e penetrare nelle nostre campagne, sparare fotografie verso tutte le speci animali e vegetali. Poi, con il carniere pieno, trasferire le immagini sul computer per guardarle in un giorno di scuola insieme ad un esperto, che spiega cosa è stato immortalato. 
Buona caccia bambini, date voi un esempio ai nostri Segretari di Stato per dimostrare come si tutela la natura. 
(Michele Guidi, un amante delle specie autoctone e migratorie sammarinesi)