La Procura della Repubblica di Agrigento, al termine dell’attività istruttoria compiuta a Roma, ha deciso di passare a ‘noti’ il fascicolo relativo al mancato sbarco degli immigrati dal pattugliatore ‘U. Diciotti’, già iscritto per i reati di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio.
Iscrivendo due indagati e trasmettendo doverosamente i relativi atti alla competente procura della Repubblica di Palermo per il successivo inoltro al cosiddetto tribunale per i ministri della stessa città.
A renderlo noto è in una nota lo stesso Procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, al termine dell’attività istruttoria di oggi presso la Procura di Roma. Il magistrato ha sentito i dirigenti responsabili del servizio immigrati al Viminale. ”Tale procedura, prevista e imposta dalla legge costituzionale 16/1/89 n.1, permetterà, con tutte le garanzie e le immunità previste dalla medesima legge, di sottoporre a un giudice collegiale specializzato le condotte poste in essere dagli indagati nell’esercizio delle loro funzioni – dice ancora Patronaggio -Uno dei quali appartenente ai qualificati soggetti indicati dall’articolo 4 della norma costituzionale”. “Come è noto infine ogni eventuale negativa valutazione delle condotte di cui sopra, dovra’ essere sottoposta alla autorizzazione della competente Camera”, termina la nota. (Ter/AdnKronos)
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Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è stato indagato dalla Procura di Agrigento che ha trasmesso i relativi atti alla competente Procura di Palermo per il successivo inoltro al tribunale dei ministri del capoluogo.
Con lui è stato indagato anche un capo di gabinetto. I reati contestati sono sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale.
“Indagano un ministro che difende i confini del Paese. E’ una vergogna” ma “non ci fermeranno”, ha affermato Salvini parlando dalla festa della Lega di Pinzolo.
“Tale procedura – spiega la Procura – prevista e imposta dalla legge costituzionale del 1989, permetterà con tutte le garanzie e le immunità previste dalla medesima legge di sottoporre a un giudice collegiale specializzato le condotte poste in essere dagli indagati nell’esercizio delle loro funzioni, uno dei quali appartenente ai qualificati soggetti indicati all’articolo 4 della norma costituzionale”. Ogni eventuale valutazione dovrà essere sottoposta all’autorizzazione della competente Camera. Ansa