Migranti e barconi in ‘Nato sul confine’ di Fabrizio Gatti

FABRIZIO GATTI, NATO SUL CONFINE (RIZZOLI, PP 248. EURO 16,00)

Ispirato a tante storie vere, a tanti di quei viaggi della speranza in mare, spesso con bambini a bordo, a cui il giornalista e scrittore Fabrizio Gatti ha assistito di persona, esce ‘Nato sul confine’, in libreria per Rizzoli l’11 aprile con in copertina una toccante illustrazione di Gianluigi Toccafondo.
    Un libro potente, dai 13 ai 99 anni, la cui voce narrante è un bambino non ancora nato, Mabruk, che tutto vede e ci fa vedere, mai accettare. Sua madre, in fuga dalla Siria, incinta di otto mesi, porta dentro il suo pancione Mabruk e si trova proprio su uno di quei barconi di disperazione che attraversa il mare dalla Libia a Lampedusa. E’ una farmacista siriana e il marito, che non è con lei, è un pediatra. “Ma siamo donne e sappiamo resistere. E sappiamo riparare ai danni provocati dagli uomini.
    Altrimenti l’umanità si sarebbe estinta” dice Ola, una pediatra che la soccorre, anche lei in fuga con il marito e la sua bambina di nove mesi.
    Un romanzo avvincente e drammatico che pone a tutti una domanda: “noi, al loro posto, che cosa avremmo fatto?”.
    Giornalista di inchieste e reportage famosissimi, autore di numerosi libri tra cui ‘Bilal, il mio viaggio da infiltrato verso L’Europa’ (2007 e 2022, nuova edizione) da cui è stata tratta la serie tv di Sky ‘Unwanted’ diretta da Oliver Hirschbiegel e di inchieste sotto copertura, Gatti si affida a una voce impossibile e per questo più potente, quella di un bambino che non è ancora nato per offrirci uno sguardo unico contro la guerra, per raccontarci una storia che parla di confini, del dramma dei profughi e del lavoro di medici straordinari. Nel viaggio di questa famiglia siriana e di tante altre famiglie dal destino simile verso la salvezza si sentono anche le voci dei coraggiosi compagni di viaggio e di tutte le persone cui sia toccato in sorte di scappare dal proprio Paese in guerra. “Nomi, cognomi e vicende familiari sono frutto della mia fantasia” spiega Gatti del romanzo ispirato a quell’incredibile storia vera passata alle cronache come “la nave dei bambini” e a tante storie vere dei nostri giorni, con un finale che ci interroga sul significato di essere figli, genitori e persone libere e sulle responsabilità e i ruoli che la società ci affida.
   


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