Che qualcosa bolle, nel pentolone del confronto tra anti e filo Fratelli Musulmani, lo si vede in Libia soprattutto, oramai principale terreno di scontro in tal senso, ma in generale nelle ultime manovre politiche di sostenitori e detrattori internazionali della fratellanza. E adesso, all’interno della partita tra i due fronti, entra anche la questione dell’immigrazione. Ed è il Qatar a tirare fuori maggiormente gli artigli, ma soprattutto i soldi: da Doha si annunciano milioni di investimenti per favorire i rimpatri dalla Libia.
Un favore ad Al Sarraj
La svolta arriva nei giorni scorsi, durante la visita del segretario della Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, nel piccolo emirato del Golfo. È in quella sede che il ministro degli esteri del Qatar, Mohammed Bin Abdulrahman Bin Jassim Al Thani, annuncia lo stanziamento di venti milioni di dollari per favorire, assieme alla stessa Unione Africana, i rimpatri dei migranti presi in Libia nei propri paesi di origine. Si tratterebbe, in particolare, di un programma volto a rintracciare coloro che dai paesi del Sahel arrivano nel martoriato paese nordafricano e favorire un loro rientro in patria. Ma non solo: assieme all’Unione Africana si potrebbero mettere a punto dei programmi di reinserimento sociale nei paesi da cui si è partiti, tramite formazione scolastica e lavorativa. Una prospettiva, quella del finanziamento qatariota, che piace allo stesso numero uno dell’Unione Africana. In una conferenza stampa congiunta tenuta a Doha infatti, Moussa Faki Mahamat si dichiara entusiasta dell’apporto del Qatar, rivendicando anche i successi che questo programma già prima risulta aver ottenuto: si parla, in particolare, di qualcosa come trentamila migranti rimpatriati nei paesi di origine negli ultimi anni.
La mossa di Doha sembra un assist ad Al Sarraj. Il suo governo, attualmente attraversato da beghe interne ed indebolito dallo spettro di nuovi scontri a Tripoli, ha nella questione relativa ai migranti presenti nel paese uno dei principali temi in discussione. La pressione migratoria indebolisce specialmente nel sud le già fragili (per non dire inesistenti) istituzioni libiche: per via dei gruppi di criminali che si arricchiscono grazie al traffico di esseri umani, così come per l’evidente difficoltà di controllare i confini con il Niger, Al Sarraj appare in forte difficoltà a livello interno ed internazionale. L’aiuto del Qatar al programma di rimpatrio quindi, può essere letto come la mano tesa da parte di Doha verso lo stesso Al Sarraj. Un gesto politico, prima ancora che finanziario, volto ad indicare come l’emirato sul golfo sostiene il pur indebolito leader di Tripoli il cui esecutivo, a sua volta, ha al suo interno diversi rappresentanti dei Fratelli Musulmani.
Ed un favore all’Italia
Ben si conosce poi come la questione relativa ai migranti presenti in Libia appaia fortemente avvertita in Italia. Lungo la rotta libica gli sbarchi risultano essere in diminuzione, ma quella delle partenze dalle coste tripoline è una spina nel fianco di Roma. Ed ecco perchè, con lo stanziamento di venti milioni di Dollari a favore dei rimpatri dei migranti, il Qatar sembra voler strizzare l’occhio all’Italia. Non che i rapporti tra i due paesi sembrino messi in discussione, tutt’altro: Salvini ad ottobre si è recato a Doha, l’emiro Al Thani un mese dopo è stato ricevuto dal Quirinale. I legami tra Italia e Qatar risultano solidi, a partire dal discorso energetico. Ma sulla Libia Roma e Doha manifestano alcuni interessi contrapposti: in particolare, l’Italia dopo aver sostenuto unicamente Al Sarraj, da qualche mese risulta impegnata nel dialogo anche con Haftar ed il resto dell’est della Libia. Dunque, questo implica concessioni allo stesso uomo forte della Cirenaica che vede nei Fratelli Musulmani dei nemici.