Migranti, reddito e Pnrr: dalla Schlein soltanto slogan (contro il governo)

Per la prima volta da quando è diventata segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein indice una conferenza stampa per esporre l’alternativa politica da costruire e “organizzare, nelle istituzioni e fuori dalle istituzioni, il lavoro di opposizione al governo delle destre”. L’impegno originario dell’ex parlamentare europea avrebbe dovuto essere quello di sciogliere alcuni nodi interni in cui lei stessa si è attorcigliata nell’ultimo mese e mezzo con (numerose) contraddizioni: dal termovalorizzatore di Roma ai diritti civili, passando per le armi all’Ucraina.

Reduce dalla cena (radical)chic organizzata da Claudio Baglioni – in compagnia dell’ex ministro Dario Franceschini e di una folta schiera di artisti di sinistra – la leader dem ha evitato accuratamente di presentare tematiche divisive tra le opposizioni, sfruttando invece lo scenario del Nazareno per attaccare il governo sui cavalli di battaglia del Partito democratico: il Pnrr, la sanità pubblica, il reddito di cittadinanza, la protezione umanitaria. Senza dimenticare chiaramente l’antifascismo militante, a maggior ragione a pochissimi giorni dalla Festa della Liberazione: “Abbiamo avviato l’iter di approvazione di un ddl sulla memoria di Matteotti – annuncia Schlein – che vede la prima firma di Liliana Segre e di cui sarà relatore il nostro relatore Verducci“.

Le solite parole vuote

Sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza la segretaria del Partito Democratico denuncia “ritardi preoccupanti”. “Il Pnrr è una sfida che riguarda il Paese e non possiamo rischiare, con i ritardi che si stanno accumulando, di non ricevere le risorse fondamentali per il rilancio del nostro Paese“. Ed è per questo che “vigileremo soprattutto su quella parte che destina il 40% di questi investimenti al sud e sulle cose che riguardano l’occupazione femminile e la riduzione dei divari di genere e generazionali“. Non mancano slogan anche sul reddito di cittadinanza e la fantomatica guerra ai poveri del governo, perché “non si può fare a meno di uno strumento di sostegno” e quello che si profila è uno “spezzatino del Redito di cittadinanza“.

Il capitolo sui migranti e l’abolizione della protezione umanitaria è poi un grande classico della Schlein. “Continueremo a batterci contro l’abolizione della protezione speciale – assicura Schlein -.Spero che Meloni si sia accorta di aver detto una bugia. Perché la protezione esiste in diciotto Paesi e l’Italia non è l’unico. Continueremo a spingere sull’accoglienza diffusa. Anche in sede europea la destra pone le domande in modo sbagliato e contraddittorio. Mentre si discutono pacchetti al Parlamento europeo, pare che i gruppi dei conservatori e quelli di Salvini stiano mettendo in discussione quei pur timidissimi sostegni all’Italia“. Insomma: dopo quasi due mesi dal suo trionfo alle primarie, la vacuità delle parole di Elly Schlein rimane a dir poco impressionante.


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