
Il flusso della rotta balcanica non si arresta. Se la Macedonia nei giorni scorsi ha aperto la frontiera ai profughi che premono ai confini e che arrivano da Siria, Iraq e Afghanistan, l’Ungheria di Viktor Orban si oppone strenuamente. E non solo con la costruzione della barriera metallica lungo l’intera frontiera con la Serbia: le forze dell’ordine sono ricorse all’uso di lacrimogeni per sedare i disordini in un centro di accoglienza. Intanto il premier valuta di mandare l’esercito al confine meridionale. Secondo la polizia, sono 2.533 i migranti di cui ieri è stato rilevato l’ingresso, e molti altri potrebbero essere passati nelle zone ancora aperte.
Fonte: IL FATTO QUOTIDIANO