Milan: gioco, battute e appelli. Ecco perché Silvio si è disamorato Berlusconi: «Sono francamente deluso». E Mihajlovic parla della rosa insufficiente

Sinisa BerlusconiAlla domanda sull’ultima volta che Silvio Berlusconi gli ha fatto i complimenti per il gioco del Milan, Sinisa Mihajlovic ha frugato tra i ricordi e trovato questa risposta: «Sicuramente sono state più le volte in cui non era contento, però, per esempio, quando abbiamo perso il derby di andata il gioco gli era piaciuto…». Era il 13 settembre e, soprattutto, era la terza di campionato. Tutto sembrava ancora possibile. Invece quello tra il tecnico del Milan e il suo presidente è un rapporto che non è mai decollato.

Delegittimare il tecnico a un quarto d’ora dal via della gara con la Lazio non è sembrata la più brillante delle idee. Ieri, dopo un altro pari che inchioda la classifica al sesto posto, il presidente ha ribadito la sua convinzione: «Mihajlovic? Il Milan deve concludere una stagione, alla fine decideremo. Io devo dire francamente che sono deluso dal gioco che il Milan ha messo in campo quest’anno e quindi spero che nelle ultime partite questa situazione possa cambiare». Che suona molto come una decisione già presa, con Cristian Brocchi sempre tra i preferiti. A questo punto neanche la vittoria della Coppa Italia sembra più sufficiente per continuare con Mihajlovic.

 Ma non c’è solo il gioco poco spettacolare ad aver spento gli entusiasmi presidenziali. Le prime picconate all’armonia derivano da certe uscite di Sinisa che Berlusconi non ha apprezzato: su tutte, quella in cui l’allenatore aveva interrotto Montolivo che stava raccontando i consigli tattici del presidente, per puntualizzare che «Berlusconi gli aveva chiesto il permesso». Il tecnico, da persona intelligente, ha poi smussato certe ruvidezze, ma era forse già troppo tardi. E, a proposito di giocatori, anche le continue uscite del gruppo a sostegno dell’allenatore — in teoria un punto di forza, con tutti gli italiani che ripetono quanto sarebbe sbagliato ripartire da zero — cominciano a non essere apprezzate ad Arcore. Il caso Ménez, che è stato convinto ad entrare a un quarto d’ora dalla fine della partita («Se è vero che non aveva voglia ci penso io», ha minacciato Sinisa), dimostra che qualche crepa si sta formando. Berlusconi, poi, ha i suoi pallini: vuole lanciare i giovani e in particolare che Sinisa dia spazio a Locatelli, un giovane centrocampista della Primavera, non a caso citato anche nelle dichiarazioni a San Siro.

Sinisa, da parte sua, fa sempre più fatica a nascondere il nervosismo e dopo la gara con la Lazio ha messo esplicitamente in luce le carenze della rosa: «Honda e Bonaventura sono stanchi ma devono giocare. Come alternative ho Poli e Antonelli, ma sarebbero fuori ruolo…». Una volta deciso di giocare con il 4-4-2, infatti, a gennaio esterni non ne sono arrivati, anzi sono stati ceduti Cerci e Suso. Insomma, un pasticcio. Così, a ogni primavera, il Milan si trova a contare i dubbi, dalla proprietà (Berlusconi vuole approfondire la proposta cinese?) alle prospettive sul piano sportivo (si vuole un ds o no? Ieri si è riparlato di Walter Sabatini, ma pare ipotesi difficile). È al presidente che spetterebbe regalare qualche certezza.

Corriere.it