Milan, la farsa dietro l’esonero di Montella: come hanno dato il via libera i proprietari cinesi

Più che un dramma Milan, una farsa. L’esonero di Vincenzo Montella, sostituito con Rino Gattuso, è lo specchio perfetto della situazione caotica che si respira ai piani alti della società. Tutto già visto, in fondo, quando manca chiarezza (e trasparenza). In Italia parlano e comandano il dg Marco Fassone e il ds Massimiliano Mirabelli, i primi non a caso a esporsi salutando il vecchio allenatore e accogliere quello nuovo, nello scetticismo generale. Sì, ma i cinesi? La diarchia Yonghong Li-Han Li pare alle prese con problemi più impellenti di quelli tecnici: c’è da trovare un partner finanziario solido, in tempi brevi, c’è la ricapitalizzazione in corso da 60 milioni (ne mancano 25), e soprattutto c’è il debito con il fondo americano Elliott da 354 milioni da onorare entro un anno, altrimenti i proprietari orientali dovranno fare le valigie.

In questo scenario non può stupire (ma inquietare sì) la posizione estremamente defilata di Yonghong Li e Han Li. Secondo Repubblica, il loro ok all’esonero di Montella sarebbe arrivato via telefono e mail. Logico, viste le distanze fisiche che separano la Cina da Milano e Milanello. Un po’ meno, però, se si considerano le dinamiche della decisione. Se il successo finanziario dei cinesi passa anche dal campo, possibile che i proprietari arrivino a traino dei dirigenti? Non dovrebbe, forse, essere il contrario visto che ne va della loro fortuna personale? Tutto questo alimenta forse la domanda delle domande, che non è “meglio Gattuso di Montella?” e neppure “Il Milan arriverà in Europa?”. Ma questa: “quanto credono ancora i cinesi in questo investimento?”. E forse non è un caso che in tanto assordante silenzio spicchino, in questi giorni, il tweet di Silvio Berlusconi sui “cinesi affidabili” e la telefonata di incoraggiamento a Gattuso, “vecchio guerriero”. L’ombra del Cavaliere è ancora tinta di rossonero. Libero