Ibrahimovic e Witsel sono nel mirino del Milan. Sempre di più, a maggior ragione dopo la seconda vittoria (nel «Trofeo Tim») nel derby che ha dimostrato che il lavoro di Mihajlovic sta dando i frutti sperati. Il presidente Berlusconi è entusiasta. L’ad Galliani non è certo da meno. Mercoledì sera al Mapei Stadium ha confermato che, nonostante le oggettive difficoltà, il club rossonero è pronto a intervenire nel momento in cui si dovessero aprire degli spiragli sia sul fronte di Ibrahimovic sia su quello del centrocampista. Che, inevitabilmente, può e deve essere solo il belga dello Zenit di San Pietroburgo.
FIDUCIA – Lo stesso Mihajlovic appare sempre molto sicuro di sè su questo argomento. «La società sa cosa deve fare» continua a ripetere quando gli vengono poste domande sul residuo mercato estivo. Il tecnico serbo è sempre più convinto che soprattutto con Ibrahimovic il suo Milan sarebbe pronto e in grado di vincere lo Scudetto. I margini di manovra sulle due mega-operazioni ormai in cantiere per la seconda metà di agosto sono sempre molto variabili. Soprattutto sul fronte di Ibrahimovic, dove lo stesso svedese cambia spesso e volentieri tattica e strategia anche per sondare gli umori del Paris St. Germain.
INCERTEZZA – Anche all’interno dello stesso club parigino ci sono almeno due correnti di pensiero che si contrappongono: Ibra sì o Ibra no? Chi avrà la meglio in questo confronto potrà decidere le sorti dello svedese che almeno una cosa l’ha decisa: quella di rimandare come ultima tappa della sua carriera lo sbarco nella Mls, la ricca ma poco pregiata lega nordamericana. Il Milan chiede a Ibra di liberarsi a parametro zero. O, nella peggiore delle ipotesi, di convincere il Psg di accettare come contropartita tecnica il giovane talentuoso Mastour che piace alla proprietà del club francese.
Fonte: GAZZETTA DELLO SPORT