Milano. Alcol e canne, precipita dall’hotel. Studente muore a 17 anni.

milano -UN VOLO giù dalla finestra del sesto piano dell’albergo ed Elia Barbetti, 17 anni, studente di Cecina in gita a Milano per vedere Expo, muore sul colpo. Una tragedia che ricorda quella di Domenico Maurantonio, l’altro studente 19enne di Padova arrivato in città con la scuola, morto a maggio dopo un volo di venti metri dalla finestra dell’hotel «Da Vinci». «Avevamo bevuto e fumato», ammettono subito i tre compagni di stanza di Barbetti ai poliziotti della Squadra mobile che indagano sulla notte sciagurata in cui ha perso la vita il loro migliore amico. E da subito il pm Piero Basilone, che coordina le indagini, chiarisce la dinamica di una tragica caduta che, dice, sembra «accidentale». Elia e i suoi compagni di quarta e quinta del Liceo Enrico Fermi arrivano a Milano mercoledì mattina e vanno direttamente a Expo. Rientrano all’hotel «Camplus Living Turro» di Lambrate, periferia est dell città, cenano e passano la serata in camera. Elia che fa festa con gli amici, che beve e fuma marijuana assieme a loro. Poi qualche ora dopo, Elia nel cortile interno dello stabile accanto all’hotel, prono a terra, morto.

ALLE 5.30 di ieri mattina un vigilante dell’Ivri, in servizio di controllo si accorge di quel corpo a terra, è un ragazzo giovanissimo, indossa il pigiama. C’è sangue dappertutto, anche sul muretto che divide lo stabile dell’azienda dall’hotel accanto, una chiazza nel punto preciso in cui il corpo di Barbetti è rimbalzato per poi ricadere di là dal muro. La distanza tra la verticale della finestra e il punto dove il cadavere si è fermato è di circa 7, 8 metri in linea d’aria. Il cortile dove è caduto il diciassettenne appartiene a un complesso industriale semivuoto, che ospita un paio di società di consulenza e di servizi. «Il perimetro dello stabile – hanno confermato le società – ha le telecamere di sicurezza». E anche gli investigatori hanno confermato che i filmati ci sono.

LA DINAMICA della caduta la ricostruisce sempre il magistrato. Il ragazzo era alto un metro e 80, la finestra si trova all’altezza di un metro e 9 centimetri dal pavimento della stanza. Misure compatibili con l’ipotesi che Elia si sia sporto, forse perché si sentiva male dopo la droga e l’alcol. Ha aperto i vetri, tirato su la tapparella, voleva respirare un po’ d’aria ma è precipitato. Oltre alle ferite dovute allo schianto violentissimo, sul cadavere, all’altezza della schiena e del fianco destro, è stato trovato anche un grosso ematoma che lo studente si sarebbe procurato andando a sbattere contro il muro divisorio. Quando la polizia è entrata in camera, intorno alle sei, al sesto piano ha trovato i tre compagni di Barbetti che dormivano e la finestra spalancata. I giovani dicono di non essersi accorti di nulla, dopo aver bevuto e fumato sono crollati dal sonno e dallo sballo. Elia, invece, dopo aver alzato la tapparella si sarebbe sporto. Troppo, senza rendersi conto che sotto c’era il vuoto. Ieri, in serata, Sara, la mamma di Elia è arrivata a Milano: «Voglio sapere come è morto mio figlio. Ditemi cosa è successo, se ci sono responsabili, perché è una tragedia troppo grande da sopportare». E poi lo strazio del riconoscimento all’istituto di medicina legale. Domani è prevista l’autopsia sul cadavere del ragazzo.

Il Corriere della sera