Milano, anche Flavia uccisa dalla meningite. Scattata la profilassi

flavia-roncalliMILANO – Choc all’università Statale. Flavia Roncalli, studentessa di Chimica morta martedì mattina, è stata anch’essa vittima di meningite fulminante, proprio come capitato, quattro mesi fa, alla coetanea e compagna di facoltà Alessandra Covezzi. Una tragica coincidenza, in un primo momento esclusa dai medici, tanto che non era stata avviata la procedura di profilassi, subito scattata ieri per 120 persone, invece, dalla direzione sanitaria del Niguarda e dall’Ats (l’ex Asl): chiunque sia stato in contatto con Flavia negli ultimi giorni dovrà assumere un antibiotico a scopo precauzionale. Durante la giornata di martedì e la mattinata di ieri sembrava invece si trattasse di un’infezione non batterica, forse una gastroenterite, ma dopo gli esami di laboratorio è arrivata la diagnosi: sepsi da batterio della meningite, proprio come la sua compagna di facoltà di Chimica. Tuttavia, medici e ricercatori tendono a escludere come molto remota l’ipotesi di una correlazione tra i casi.
Spiega il professore ordinario di Malattie infettive della Statale, Massimo Galli, primario della divisione del Sacco: «Quattro mesi sono un periodo troppo lungo per pensare a un contagio diretto, anche se non si può escludere nel caso si trattasse di batteri dello stesso sierogruppo. Va comunque spiegato come il batterio venga “portato” da circa il dieci per cento dei giovani tra i 16 e i 25 anni e che come in una catena di Sant’Antonio si trasmetta tra le gole e le faringi della maggioranza delle persone: quello che ancora la scienza non riesce a spiegare è come mai qualcuno si ammali e altri no. Detto ciò, queste morti orrende, istantanee, rimettono al centro l’importanza dei vaccini, sia per i batteri di tipo C sia quelli più recenti e più frequenti, di tipo B».
Al di là del giallo del laboratorio di Chimica, la Statale è in lutto per Flavia. Il suo relatore di tesi Alessandro Caselli, ha scritto al Corriere una lettera di ammirazione per il suo carattere: «Era una studentessa eccezionale. Sempre presente e, seppur riservata, anche curiosa e attenta. Lascia un vuoto incolmabile nel gruppo perché aveva una simpatia che la metteva in sintonia con tutti». Ma la sua spontaneità non inficiava il lavoro, «di una qualità tale che una pubblicazione su una rivista internazionale è stata presentata con il suo nome a un congresso». Studiava le alternative ecosostenibili per la sintesi di prodotti chimici e «grazie alla sua tenacia, in soli due mesi riuscì a dimostrare che un suo progetto poteva funzionare. Purtroppo il suo lavoro si è interrotto, ma le basi ha fatto in tempo a lasciarle…». Come scriveva nella dedica della sua tesi, «talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai…».

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