PUNTO interrogativo su Milano, caos su Roma. Silvio Berlusconi si affanna a cercare nomi da annunciare per la corsa ai palazzi comunali delle due città più importanti d’Italia, ma anche a rincorrere gli alleati. Nella città dell’Expo la situazione stagna. La Lega, che per ora rinuncia a bruciare il nome di un Matteo Salvini sempre più lanciato verso la premiership nazionale, è convinta che se il candidato sindaco di centrosinistra sarà, come probabilissimo, l’artefice dell’Esposizione universale Giuseppe Sala, la sconfitta è sicura. Nessuna fretta quindi, e neppure ansia, di cercare un nome spendibile senza sicurezze. Anche Fratelli d’Italia la pensa allo stesso modo, e ha ancora meno fretta del Carroccio. Tutt’altra importante partita quella della Capitale. Soffiare al Pd di Matteo Renzi il sindaco della città eterna sarebbe impresa eccezionale, e il centrodestra intende giocare tutte le sue carte. Anche perché qui molto importante è la pressione del Movimento Cinque Stelle che esce più che mai rafforzato dagli scandali di Roma capitale.
IL CAVALIERE preme da tempo per il nome di Alfio Marchini, uomo civico per tutte le stagioni e, in questo caso, per tutti i partiti. Ma qui arriva il no deciso di Giorgia Meloni, giovane e determinata leader di Fratelli d’Italia, un po’ l’equivalente romano di Salvini. Non a caso al segretario del Carroccio l’ipotesi Meloni candidato sindaco di Roma piace moltissimo.
«Non siamo in alcun modo disponibili a sostenere a Roma la candidatura di chi come Alfio Marchini, ha partecipato alle primarie del Pd, come abbiamo spiegato a Berlusconi più volte», dice adirata la Meloni. «In ogni caso non ho fondato Fratelli d’Italia per far dire a Berlusconi cosa intendo fare» aggiunge, visto che l’attivissimo Silvio la vuol proporre come governatore del Lazio.
Resta anche, piccolo ma fastidiosissimo, il nodo Ncd per un centrodestra che deve ricompattarsi. La soluzione più logica starebbe nell’ennesima scissione, con una parte del nuovo centrodestra che torna nell’alveo naturale di Forza Italia, ma il percorso è decisamente a ostacoli.
In questo quadro a tratti surreale, Silvio Berlusconi si muove con pesantezza. Vuol dare la linea ma sembra invece dover rincorrere tutti. Anche Matteo Salvini, che è costretto a inseguire sino a Bologna per rubargli la scena.
Resto del Carlino