
DI DATE FATIDICHE son piene le fosse. La prossima – se vi piacciono le scadenze, queste effimere stazioni secondarie sulla transiberiana del futuro – sarà a gennaio 2016. E poi chissà. Non si è mai dato
closing più aperto di quello della madre di tutte le trattative, tra il Milan e il broker thailandese Bee Taechaubol, che ha come oggetto il quarantotto per cento delle quote societarie del Diavolo. Con tale percentuale l’ineffabile mister Bee – o meglio: chi Bee rappresenta – diverrà (diverrebbe) un elefantiaco socio di minoranza rossonero. Pronto, dicono i fideisti della vertenza e gli ottimisti in genere, a fare il passo successivo, l’acquisizione della maggioranza del Milan. Il closing di cui sopra, da quando il tutto partì con l’epifania di mister Bee, si è spostato linearmente e periodicamente in avanti, come fa il futuro nel Grande Gatsby di Scott Fitzgerald («… indietreggia davanti a noi (…) barche contro corrente, risospinte senza posa nel passato»): prima doveva essere settembre, poi ottobre, poi novembre, poi dicembre eccetera eccetera.
IN UNA PIOVOSA primavera Bee Taechaubol era sbarcato a Milano con una faccia da liceale maturando: scattò infiniti selfie sotto (sopra, davanti e dietro) le guglie del Duomo. La prima volta Bee e Silvio Berlusconi si scambiarono (per il popolo) solo una stretta di mano. Parendo perfino che lo storico patron del Diavolo non fosse davvero interessato a cedere alcunché. Opinione pubblica divisa: su Bee fioccarono e fioccano tutt’ora epiteti a larga banda, da genio dell’imprenditorialità a bluff. La trattativa sembrò morire sul nascere ma invece andò avanti e le parti si ritrovarono più volte e non solo per guardarsi nelle pupille. Vuoi a Meneghinia vuoi a Bangkok. Con il broker sempre impegnato a compattare una cordata, ad assetto asiatico variabile, in grado di versare quel quasi mezzo miliardo di cucuzz-euro per la quasi metà del Milan. Soldi che Bee non ha ancora ufficialmente messi sul piatto. Magari accadrà a gennaio: in qualche angolo del mese Taechaubol sarà di nuovo a Milano: hai visto mai? Nei giorni scorsi le parti si sono scambiate gli auguri di Natale e tanti saluti a casa. In quasi un anno di trattativa si diventa anche amici.
Ma a dar retta agli scribi inglesi, giorni fa, le dilazioni di Bee – almeno le ultime, avrebbero un motivo clamoroso: l’acquisto, da parte del broker per conto di una cordata cinese, del tredici per cento del Manchester City. A 370 milioni di euro. Come se il Milan fosse passato in secondo piano, contando di più il tredici per cento dei mancuniani celesti rispetto al quarantotto per cento dei rossoneri meneghini. Alle prossime puntate.