Milano, le mani di Cosa nostra sugli appalti in Fiera ed Expo: 11 arresti, confische milionarie

l'albero della vita - ExpòOperazione della guardia di finanza. Le società legate alle cosche mafiose avrebbero anche ottenuto lavori per la costruzione di alcuni padiglioni, tra cui Francia, Kuwait, Guinea

Associazione a delinquere finalizzata a favorire gli interessi di Cosa nostra a Milano. Con interessi e affari con la potente Fiera – quella per intenderci che organizza anche la Bit, la Borsa Italiana del Turismo – ma anche con lavori per Expo. Gli uomini del Gico della Guardia di finanza di Milano hanno eseguito undici misure cautelari nei confronti di altrettante persone sospettate di aver ottenuto in tre anni 20 milioni di appalti per l’ente Fiera di Milano attraverso la società Nolostand. Nell’ordinanza non risultano, al momento, indagati tra dipendenti dell’Ente Fiera.

Gli arrestati, accusati a vario titolo anche di riciclaggio e frode fiscale, sono punto di riferimento della famiglia mafiosa di Pietraperzia (Enna). Tra le commesse ottenute, secondo le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e affidate ai pm Sara Ombra e Paolo Storari, ci sarebbero anche quattro padiglioni per Expo 2015. Si tratta di quelli della Francia, del Kuwait, della Guinea Equatoriale e dello sponsor Birra Porelli. Contestualmente all’ordinanza del gip Maria Cristina Mannocci, è scattato anche un sequestro preventivo di diversi milioni di euro.

Le figure principali dell’inchiesta. Secondo l’ordinanza d’arresto, fatta eseguire dalla Dda al Gico della Finanza, le indagini, avviate nel 2014, hanno dimostrato “una serie di elementi relativi all’infiltrazione mafiosa in seno alla Fiera di Milano spa”. La figura principale dell’inchiesta è quella di Giuseppe Nastasi, “un imprenditore che si occupa di allestimenti fieristici e che, insieme ad altri soggetti che fungono da prestanome, commette una serie di reati tributari per importi assai rilevanti”. Nell’ordinanza si legge che “Nastasi è apparso subito in rapporti molto stretti con Liborio Pace (con cui è socio), già imputato per appartenenza alla famiglia mafiosa di Pietraperzia e che dalle indagini appare come elemento di collegamento con detta famiglia partecipando all’attività di riciclaggio del denaro provento dei reati tributari”.

Quando Boccassini denunciò: ” Non si denuncia per convenienza. Ci sono imprenditori consapevoli e interessati”

“Gravi superficialità nel mondo dell’imprenditoria”. Operazioni di riciclaggio di denaro da milioni di euro. Fiumi di soldi che ottenuti con gli appalti alla Fiera di Milano, tornavano in Sicilia in borse di plastica, valigie e perfino in un canotto. Reati commessi – secondo la Dda milanese – da un gruppo di imprenditori legati ai clan di Cosa nostra di Enna, ma che sarebbero stati commessi “anche grazie a una serie di gravi superficialità (ma certamente anche grazie a convenienze) da parte di soggetti appartenenti al mondo dell’imprenditoria e delle libere professioni”. Il passaggio è contenuto nell’ordinanza del gip Mannocci, che sottolinea come sia “chiaro infatti che un meccanismo quale quello emerso dalle indagini sia stato reso possibile da amministratori di aziende di non piccole dimensioni, consulenti, notai e commercialisti che, in sostanza, non hanno voluto vedere quello che accadeva intorno a loro (per alcuni si profila peraltro un atteggiamento che va oltre la connivenza, già di per sé gravissima, visto il ruolo professionale di costoro)”.

“Alla società dei clan appalti di Expo 2015”. Quasi 20 milioni di euro in appalti con l’Ente Fiera spa dal 2013. Ma non solo. “La società consortile Dominus Scarl lavora quasi esclusivamente con Nolostand spa, società interamente controllata da Fiera Milano, e si occupa di allestimento degli stand nei siti espositivi dell’ente. E proprio in virtù di tale rapporto imprenditoriale e commerciale – scrive ancora il gip nell’ordinanza d’arresto – ha effettuato lavori di allestimento e smontaggio per Expo 2015 o presso alcuni padiglioni dell’Esposizione mondiale, sia direttamente che attraverso alcune consorziate”.

Repubblica.it