La polizia ha dato il via questa mattina, giovedì 21 agosto, allo sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo, storico spazio fondato nel 1975, nella sede di via Watteau. L’ordine, rinviato più volte negli ultimi anni, è stato anticipato rispetto alla data originaria del 9 settembre, con le operazioni iniziate intorno alle 7.30.

Gli accessi alla struttura sono presidiati dalle forze dell’ordine e durante l’ispezione non sono state trovate persone all’interno. Sul posto sono presenti l’ufficiale giudiziario e l’avvocato della proprietà, l’immobiliare Orologio della famiglia Cabassi. La Corte d’appello di Milano aveva già condannato il ministero dell’Interno a versare tre milioni di euro per i mancati sgomberi passati, mentre il Viminale ha a sua volta richiesto un risarcimento alla presidente dell’associazione Mamme del Leoncavallo, Marina Boer.
Le Mamme del Leoncavallo, colte di sorpresa dall’esecuzione anticipata, hanno dichiarato che avranno trenta giorni per accordarsi con la proprietà per recuperare alcune cose, ammettendo con rammarico che “il Leoncavallo è andato”. Il legale del centro, Mirko Mazzali, ha commentato che l’anticipazione dello sfratto rispetto al previsto 9 settembre solleva interrogativi sulla legittimità dell’operazione e ha invitato a un chiarimento con il Comune e il sindaco.
Il centro sociale Leoncavallo, trasferitosi nell’attuale sede di via Watteau dopo lo sgombero del 1994, ha rappresentato per decenni un punto di riferimento per la cultura e la vita sociale milanese. Matteo Salvini, leader della Lega e vicepremier, ha commentato sui social che “decenni di illegalità tollerata sono finalmente finiti, la legge è uguale per tutti: afuera!”.
Le operazioni proseguiranno nelle prossime ore, con il personale della proprietà impegnato a prendere possesso dei locali.