Nel nuovo verdetto emesso dal collegio penale, un 22enne originario di Forlì è stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione, pena sospesa e condizionata all’esecuzione di lavori di pubblica utilità presso un centro antiviolenza. L’imputato era accusato di aver commesso atti di violenza sessuale nei confronti di una collega, una giovane 24enne originaria di Firenze, con cui collaborava in uno dei più noti street bar di Milano Marittima.
Il collegio, composto dalla giudice Antonella Guidomei e affiancato dai magistrati Cosimo Pedullà e Natalia Finzi, ha stabilito che, pur essendo inizialmente richiesta una pena più severa di tre anni e quattro mesi di carcere dalla Procura, la condotta contestata è stata considerata di entità minore. La decisione ha derivato da una valutazione complessiva delle circostanze che ha portato a una riduzione dell’imputazione originaria, inquadrando il fatto come una forma attenuata di violenza sessuale.
Come condizione sospensiva della pena, il giovane dovrà completare un percorso di pubblica utilità. In particolare, avrà a disposizione tre anni per realizzare un impegno che prevede un anno di lavori, svolti due volte alla settimana per due ore, presso un centro antiviolenza nella provincia di Forlì-Cesena, area in cui risiede.
Questa sentenza, che segna una svolta significativa nel percorso giudiziario, evidenzia l’approccio equilibrato della magistratura nel valutare non solo la gravità del reato, ma anche le circostanze attenuanti che hanno portato a un inquadramento giuridico differente da quello richiesto dalla Procura.