Prosegue l’inchiesta avviata dalla Procura di Milano dopo l’aggressione subita domenica sera da un cittadino francese di religione ebraica e dal figlio di sei anni, all’interno dell’area di servizio Villoresi Ovest lungo l’autostrada A8. Il fascicolo, aperto contro ignoti, ipotizza il reato di percosse aggravate dall’odio razziale. La direzione dell’indagine è affidata al procuratore aggiunto Eugenio Fusco, responsabile del pool antiterrorismo.

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Secondo la ricostruzione fornita dalla Digos, l’uomo sarebbe stato prima bersaglio di insulti e minacce verbali – documentati anche da un video girato con il proprio smartphone – per poi essere aggredito fisicamente nei pressi dei bagni al piano interrato della struttura. L’uomo ha raccontato di essere stato colpito e scaraventato a terra, mentre il figlio, presente durante la scena, sarebbe rimasto pietrificato. Nonostante il trauma subito, la vittima non ha richiesto referti medici, motivo per cui al momento non è stato possibile contestare il reato di lesioni, che richiederebbe una querela di parte.
Al momento non risultano disponibili riprese di videosorveglianza che possano confermare quanto accaduto, ma gli investigatori stanno esaminando le immagini girate dalla vittima e analizzando le targhe delle auto presenti nell’area al momento dell’episodio, con l’obiettivo di identificare gli aggressori. Unico testimone diretto, un addetto alle pulizie, ha riferito di aver assistito solo alla confusione e alle urla, senza però vedere materialmente l’aggressione, poiché impegnato nella sanificazione di un bagno.
Rientrato a Parigi, dove gestisce un’attività commerciale, il cittadino francese ha raccontato la propria esperienza in un’intervista al Tg1, auspicando che l’inchiesta possa portare a un processo. Ha descritto con lucidità la dinamica dell’attacco, parlando di mani alzate contro di lui, calci ricevuti a terra e messaggi antisemiti giunti anche dopo l’episodio, tra cui l’augurio di “avere un numero tatuato sul braccio”. Nonostante tutto, ha dichiarato con fermezza l’intenzione di tornare in Italia, “con orgoglio”.
Sul fronte istituzionale, non si è fatta attendere la reazione del sindaco di Milano e del Rabbino capo della città Alfonso Arbib, che ha espresso profonda preoccupazione per il crescente clima di antisemitismo. Arbib ha parlato di “odio legittimato” che sta prendendo piede, confermando un aumento degli episodi antiebraici in città.
Ferma condanna anche dalla Comunità di Sant’Egidio, che ha definito l’aggressione “vergognosa e inaccettabile”, ribadendo che la solidarietà verso le vittime civili di Gaza non può in alcun modo giustificare atti di violenza contro persone di fede ebraica. La Comunità ha sottolineato l’urgenza di contrastare con determinazione il riemergere dell’antisemitismo in Italia e in Europa.