Milano, perizia conferma: Alessia Pifferi era pienamente capace di intendere quando lasciò morire di stenti la figlioletta di neppure due anni

Ieri, lunedì 25 agosto, la Corte d’assise d’appello di Milano ha ricevuto i risultati della perizia psichiatrica su Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo in primo grado per l’omicidio volontario aggravato della piccola figlia Diana, morta nel luglio 2022 dopo sei giorni di abbandono in casa. Gli esperti incaricati dalla Corte hanno confermato quanto già stabilito dal primo giudizio: la donna era pienamente capace di intendere e di volere quando lasciò morire la bambina di un anno e mezzo.

La perizia, durata sei mesi con una proroga di 90 giorni a giugno, ha analizzato con precisione la condizione mentale della 40enne, accertando la sua consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni. Nonostante Pifferi abbia dichiarato agli esperti che “la mia mente si era disconnessa”, i periti hanno stabilito che tale percezione non configurava alcun vizio di mente. La donna era in grado di pianificare le azioni, comprendere i rapporti di causa-effetto e prevedere le sofferenze che la bambina avrebbe patito.

Il documento della perizia evidenzia che Pifferi conserva un ricordo dettagliato e intenso di quanto accaduto, e che le presunte “disconnessioni” riguardano specificamente il suo ruolo di madre. Durante i colloqui, ha raccontato che situazioni di distacco mentale le capitano ancora, pur senza riuscire a spiegare come o perché. Inoltre, ha espresso rimpianti per l’assenza di supporto da parte di madre, sorella e padre della bambina.

La famiglia di Diana ha commentato con soddisfazione l’esito della perizia: è stato riconosciuto ciò che sostenevano da sempre, ossia che Pifferi non era affetta da disturbi psichiatrici ma manifestava arroganza e presunzione nel comportamento quotidiano. L’avvocato Emanuele De Mitri, legale di zia e nonna della bambina, ha sottolineato come la conferma della piena capacità di intendere e volere rafforzi le conclusioni del processo di primo grado.

Il lungo accertamento psichiatrico ha incluso migliaia di pagine di colloqui in carcere e test psicologici, sintetizzati in un documento di circa trenta pagine che sarà discusso in aula il 24 settembre. La sostituta procuratrice generale di Milano, Lucilla Tontodonati, ha nominato consulenti tecniche, mentre la difesa e la parte civile avranno modo di intervenire con i propri legali.

Gli esperti hanno anche analizzato la documentazione scolastica e sanitaria della donna, riscontrando disturbi in età infantile che tuttavia non hanno avuto alcuna influenza sulla capacità cognitiva di Pifferi circa 25 anni dopo.

Il verdetto della perizia conferma, senza margini di dubbio secondo quanto confermato dai grandi media italiani, la piena responsabilità di Alessia Pifferi nella morte della figlia, ribadendo la decisione dell’ergastolo e chiudendo un capitolo delicato e drammatico della vicenda.