Milano. Sipario sull’Expò. Il saluto di Mattarella. Sala “abbiamo conquistato il mondo”

l'albero della vita - ExpòSI SPENGONO i riflettori sull’Expo di Milano ma questo, scandisce il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dal palco della cerimonia conclusiva del grande evento, «è l’inizio di un nuovo impegno civico». Dopo la chiusura dei cancelli, ieri a mezzanotte, si è aperta la partita per tracciare l’eredità dell’Esposizione universale che per sei mesi, dal primo maggio, ha portato a Milano oltre 140 Paesi del mondo. Gli organizzatori si presentano all’ultimo appello con un bilancio che definiscono «lusinghiero». «Ora possiamo dire missione compiuta», chiosa il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, l’uomo a cui il governo Renzi ha affidato la gestione dell’evento. Ma è lo stesso premier a commentare, al Tg1, che «Expo è l’orgoglio di chi ha vinto una sfida che sembrava impossibile, una sfida vinta non dal governo ma dall’Italia, dai passeggini in fila davanti agli ingressi. Ha vinto l’Italia del ‘perché no?’».

ALLE 17 di ieri «l’ultimo visitatore ha varcato i cancelli – dice il commissario unico dell’evento, Giuseppe Sala –. Abbiamo avuto più di cinque milioni di presenze a ottobre ed emesso poco più di 21,5 milioni di titoli di ingresso». I numeri degli accessi centrano l’obiettivo della Expo spa. Nelle prossime settimane si passerà alla conta dei ricavi di partner, sponsor, royalties per tirare le somme di quanti affari ha generato una manifestazione costata 2,4 miliardi di euro di investimenti. Tuttavia, per Sala, il successo sta nel fatto che «questa è stata l’Expo della gente». «Abbiamo stupito il mondo – continua – con la nostra creatività, ma lo abbiamo conquistato con una grande prova di civiltà». L’Expo lascia innanzitutto la Carta di Milano, documento di sintesi sull’impegno alla lotta alla malnutrizione e agli sprechi alimentari, già consegnata al segretario dell’Onu Ban Ki-moon, il patto globale dei sindaci voluto dal primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, un viavai di imprese e uomini d’affari, gli indici del turismo in crescita. «Expo ha dato un contributo importante come driver di sviluppo», osserva il commissario di Padiglione Italia, Diana Bracco.

ORA si apre il capitolo dopo-Expo: da domani nel sito rientreranno gli operai, prima per spogliare i padiglioni all’interno, poi per smantellarli. E il 10 novembre la missione a Milano del premier Matteo Renzi dovrà dare risposte sul progetto futuro per l’area. «Confido in una scelta saggia – incalza il capo dello Stato –, che sia a beneficio di Milano, della Lombardia e dell’Italia». L’idea che ha compattato i consensi è «il campus universitario – ricorda il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni – e l’agenzia nazionale della sicurezza alimentare». L’ultimo giorno di Expo è stata anche la festa della gente, dei trentamila fra lavoratori e volontari. I padiglioni hanno spento le luci nel tardo pomeriggio, per lasciare tempo alle feste degli staff, mentre negozi e ristoranti offrivano souvenir e menù scontati per viaggiare leggeri. Ai militari il compito dell’ultima ronda notturna, prima di calare il sipario sull’Expo di Milano. Prossimo appuntamento ad Astana, in Kazakhstan, nel 2017, verso Dubai 2020.

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