Minacce a scopo estorsivo dopo tarocchi, disabile denuncia

(ANSA) – NAPOLI, 29 AGO – “Paga o stasera deciderò io per il
tuo destino”, “Paga o faccio il sacrificio”: sono alcuni dei
messaggi ricevuti via chat da una donna tetraplegica, Erika
(nome di fantasia), che abita in un comune a Nord di Napoli e
che si era fatta fare i tarocchi on-line. La signora,
stamattina, assistita da “La Battaglia di Andrea”,
un’associazione di Afragola (Napoli) che si batte per le persone
diversamente abili alla quale la presunta vittima si è rivolta
nel cuore della notte, ha denunciato l’accaduto, compresi i
tentativi di estorsione, ai carabinieri che hanno provveduto a
tranquillizzarla.
    L’interlocuzione tra Erika e la cartomante del web si è
trasformata in incubo subito dopo i tarocchi: alle minacce di
morte, da infliggere attraverso riti malefici, che hanno
suscitato enormi timori nella vittima, hanno fatto seguito
ingenti richieste di denaro, anche di 800 euro. Tutto sempre via
WhatsApp. Solo pagando – le ha detto la fattucchiera – avrebbe
potuto evitare l’inizio dei riti propiziatori che l’avrebbero
portato alla morte. Per intimorirla maggiormente, la donna ha
anche iniziato a inviare via WhatAssp foto e video terrificanti,
e a rivolgere minacce nei confronti dei figli di Erika. “Ho
cominciato ad avere paura – dichiara Erika – perché questa
persona diceva che sapeva dove trovarmi. Ho finto che l’indomani
l’avrei pagata ma lei continuava a scrivermi, a controllarmi,
probabilmente per capire se avevo intenzione di chiedere aiuto.
    Ieri – prosegue – ho dovuto spegnere il telefono, perché mi
perseguitava”.
    “Aiutare Erika e le tante persone disabili che subiscono
ingiustizie é la nostra priorità – dichiara Asia Maraucci,
presidente de ‘La Battaglia di Andrea’ – in questo caso ed in
questo periodo probabilmente molte persone fragili sono
potenziali vittime di questi truffatori e quindi è giusto
denunciare e far sapere a tutti che non devono aver paura e
farsi estorcere denaro. Invitiamo tutte le persone che ne sono
vittime a denunciare e a non avere né timore né vergogna di
farlo”. (ANSA).
   


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