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  • Mintlayer di Rbb, quando l’idea di un imprenditore regala autorevolezza e attrattiva internazionale al “sistema San Marino” … di Enrico Lazzari

    Enrico Rubboli, Mintlayer

    Quello delle crypto e dei crypto-asset  è un comparto economico innovativo e, anche in quanto tale, affascinante. Ma di non facile comprensione per il cosiddetto “grande pubblico”.

    La recente vicenda balzata alla ribalta delle cronache sammarinesi -il denunciato tentativo di “scippo” del know-how ai danni di una start-up tecnologicamente rivoluzionaria con sede in Repubblica, la RBB srl appunto- ha acceso anche nei sammarinesi la “curiosità” sul comparto tecnologico-finanziario che, secondo tanti, cambierà in maniera più meno il modo di gestire la moneta e i suoi “derivati” nel futuro.

    Ma cosa è, cosa fa e cosa propone la piccola-grande società sammarinese, fondata nel 2019 dal cesenate Enrico Rubboli, oggi residente a San Marino? Non è facile rendere comprensibile anche ai meno informati il mondo delle cryptovalute e dei relativi “asset” di finanza elettronica. Un settore che va ben oltre l’aspetto puramente speculativo che ha visto tanta gente comune investire -quasi sempre inconsapevolmente- in questa o quella crypto nel tentativo di moltiplicare, come per magia, i propri “pani e pesci”. Spesso centrando il momento giusto e conseguendo guadagni importanti, altre volte restando con un pugno di mosche in un mercato aleatorio, imprevedibile caratterizzato da oscillazioni dove un più 50% o un meno 50% si potevano rincorre anche nell’ambito della stessa giornata.
    Ma questo è l’aspetto speculativo del “mondo-crypto”, che nulla ha a che vedere con l’attività di RBB, salita sul Titano proprio per operare in uno dei pochi stati in cui il settore è regolamentato e vigilato da appositi organismi pubblici, a garanzia sia dell’utenza che, indirettamente, delle innovative realtà imprenditoriali del settore.

    L’attività della società guidata da Rubboli, infatti, è basata sul concetto di finanza decentralizzata, DeFi in gergo, e ruota completamente attorno a “Mintlayer”, una blockchain ancorata a Bitcoin, su cui si opera con il token MLT.
    Ma prima di continuare è necessario comprendere cosa sia una blockchain e cosa sia un “token”.

    La prima è, diciamo, una sorta di registro nel quale vengono archiviati in forma permanente e sicura le transazioni che avvengono fra utenti appartenenti alla stessa rete. Infatti, nella blockchain vengono registrate, in blocchi crittografici collegati in maniera gerarchica uno all’altro, tutte le transazioni, trasformando la stessa in una sorta di archivio notarile senza la necessità di un vero notaio. La funzione primaria della blockchain, quindi, è quella di certificare lo scambio fra due utenti.

    Il “token”, invece, è un bene digitale che può essere usato per accedere a un bene o a un servizio. In pratica il “token” può rappresentare in forma digitalizzata quasi qualsiasi bene esistente al mondo, registrando nella blockchain tutte le transazioni che lo riguardano.

    Torniamo, ora, al progetto “Mintlayer” e al token “sammarinese” MLT. Come già spiegato la blockchain Mintlayer è una delle poche legata direttamente al Bitcoin su cui si opera attraverso MLT. Potremmo semplificare all’estremo -facendo “accapponare la pelle” agli esperti- sostenendo che il “token MLT” sia una sorta di “Telepass” che permette di pagare l’accesso all’autostrada, dove l’autostrada è rappresentata dalla blockchain Mintlayer ed è la via di accesso a tanti negozi, ristori, uscite e punti di interesse che chiunque può “aprire” e che sono accessibili soltanto attraverso l’autostrada Mintlayer.

    Una spiegazione estremamente semplicistica e approssimativa, ma che permette anche ai profani di farsi una idea dell’enorme portata del progetto “made in San Marino”. Infatti, in un mondo futuro che sembra destinato a vedere la scomparsa della banconota, del contante a vantaggio della moneta elettronica, il “token” appare il naturale sostituto della moneta, rappresentando un valore che è una frazione della valuta di riferimento. Per essere più chiari: se il Bitcoin fosse la banconota, il token sarebbe la moneta…

    L’idea di Rubboli, concretizzata sul Titano, verte proprio su questo aspetto, ovvero la tokenizzazione di asset reali e virtuali. Ma che vantaggio c’è a trasformare le operazioni in -semplifichiamo all’estremo anche in questo caso con il fine di rendere comprensibile il tutto ai più- “banconote” in operazioni in “monete”?
    I vantaggi -grazie agli inediti protocolli- sono tanti. A cominciare dalla maggiore “leggerezza” dell’altrimenti enorme catena di blocchi di dati criptati tipica delle operazioni in Bitcoin, vero limite attuale delle cryptovalute, la cui gestione richiede ingentissime risorse hardware con relativo grande dispendio di energia.

    L’inedito e innovativo sistema “Mintlayer-MLT” permette di superare queste due criticità, ovvero snellendo le operazioni in cryptovaluta e rendendo il sistema della finanza decentralizzata sempre più ecosostenibile.

    Non è un caso, dunque, che fin dalla fase di start-up -ormai avviata verso la sua conclusione con relativo imminente lancio sul mercato- il progetto imprenditoriale della sammarinese RBB abbia catalizzato un enorme interesse in campo internazionale fra gli operatori delle crypto e dei crypto-asset…
    Per una volta, così, grazie all’idea di un italiano e alla lungimiranza del legislatore sammarinese -che ha portato la Repubblica di San Marino fra i pochissimi paesi al mondo ad avere una regolamentazione attenta e ad istituire un attento organismo di vigilanza- il Titano si appresta a diventare punto di riferimento e, magari, terreno fertile per gli investitori in un comparto che secondo tanti sarà la finanza globale del futuro.

    Enrico Lazzari