Miramare, Rimini. Trovano il figlio in auto al seggiolino disperato che piange. ”Sto vincendo alle slot al Bar e non mi muovo!”

Slot_machinePiangeva disperato, tutto solo in auto, sotto la pioggia, legato stretto al suo seggiolino. Non c’era nessuno a dargli conforto, a dirgli una parolina dolce come solo le mamme sanno fare. Ed a tre anni è brutto, anzi terribile, sentitisi abbandonato, prigioniero dentro un’autovettura. E chissà quante volte avrà urlato «Mamma, mamma» quel bambino riminese di tre anni. Ma la sua mammina aveva altro da fare che pensare a lui. Era impegnata a giocare alle slot in un bar di Miramare, incurante che il suo unico figlio fosse in auto, senza di lei, completamente abbandonato a se stesso. Ed i carabinieri, che l’altro giorno erano impegnati un normale servizio di pattugliamento del territorio, non potevano credere ai loro occhi quando hanno notato, verso le 13, quella macchina parcheggiata, tra l’altro in malo modo.
Si sono avvicinati perché aveva visto, da lontano, qualcosa muoversi. Ma quel qualcosa non era un cane, come avevano ipotizzato in un primissimo momento, ma un bimbo. Il piccolo era legato al seggiolino posteriore e singhiozzava profondamente, con il volto paonazzo dalle troppe lacrime versate. Così tentando, dall’esterno di calmarlo, i militari dell’Arma si sono diretti verso un bar che si trovava a poca distanza.
«E’ di qualcuno quell’auto?», hanno chiesto al gestore del locale e poi ai vari clienti presenti. Alla fine si sono diretti verso una donna di 40 anni, una riminese, che era tutta impegnata a giocare alle slot machine. «Signora, è sua l’automobile qua fuori?» le hanno domandato. La quarantenne non ha mai staccato il volto dal videoterminale e quasi scocciata, ha risposto: «Sì, è mia». I carabinieri le hanno subito fatto notare che all’interno c’era un bambino che piangeva. «Sì, lo so, è mio figlio, ma io non posso lasciare di certo il gioco, proprio adesso che sto vincendo. Vado da lui più tardi», si sono sentiti rispondere dalla ‘dolce’ mammina i carabinieri, sempre più increduli e sconvolti. Ma la loro pazienza era però già arrivata al capolinea.
Così i militari le hanno intimato di mollare il videoterminale e di andare a recuperare il figlioletto in tutta fretta. «Lo posso vedere benissimo da qui», ha cercato di aggiungere la signora, peggiorando ulteriormente una situazione già di per sè molto critica. I carabinieri hanno poi scoperto che la donna si trovava all’interno del locale da più di un’ora e che non si era mai staccata dalle slot. In più l’auto era posizionata ben lontano dalla sua visuale. In pratica il bambino era rimasto da solo, prigioniero in auto, per più di 60 minuti. La quarantenne riminese è stata così denunciata all’autorità giudiziaria per abbandono dei minori ed il suo caso è stato segnalato anche al tribunale dei minorenni di Bologna. Rischia di perdere qualcosa di più importante che non delle monetine: la patria potestà sul suo bimbo. Il Resto del Carlino