Una vertenza che unisce preoccupazioni ambientali e fiducia nelle istituzioni sta per approdare in tribunale, mettendo in luce divergenze tra comunità locale e amministrazione. Dopodomani, mercoledì 17 settembre, il TAR esaminerà il ricorso promosso da cittadini contro la ditta Manta e vari enti pubblici, con ARPAE e Regione Emilia-Romagna già presenti come parti, mentre il Comune di Misano Adriatico non si è ancora costituito, alimentando critiche per la mancata azione concreta nonostante le promesse iniziali.
Secondo quanto espresso dal comitato della zona artigianale, supportato da gruppi delle frazioni vicine, le rassicurazioni orali del sindaco Fabrizio Piccioni durante l’incontro del 30 luglio – dove aveva indicato un accordo con l’azienda per sospendere il progetto di deposito stoccaggio amianto – non hanno trovato riscontro in documenti ufficiali. Il comitato sottolinea che, nonostante le dichiarazioni pubbliche e i resoconti mediatici che celebravano un passo indietro, l’azienda prosegue attivamente i lavori di adeguamento, integrati in una delibera regionale recente e in attesa solo di autorizzazioni comunali e SCIA, senza interruzioni nemmeno durante il periodo ferragostano.
Il comitato evidenzia interrogativi sulla gestione degli appalti pubblici nel territorio, notando come il comune assegni la maggior parte dei lavori a poche imprese, inclusa Manta, in modalità semplificata e esclusiva, senza ricorrere a bandi di gara che assicurerebbero trasparenza, concorrenza e distribuzione equa, come previsto dalla legge per prevenire rapporti privilegiati e pratiche scorrette.
Il comitato richiama le posizioni del sindaco, che ha riconosciuto l’inadeguatezza del sito per lo stoccaggio amianto e ha indicato che, se informato tempestivamente, l’amministrazione avrebbe sconsigliato l’avvio del progetto, dato l’obbligo di un parere tecnico comunale preliminare. In consiglio comunale del 31 luglio, il primo cittadino ha affermato che durante il suo mandato l’iniziativa non procederà, lasciando intendere una possibile estensione della garanzia in caso di prolungamento del ruolo, legato a future elezioni.
Mentre il comitato attende che queste affermazioni si traducano in passi formali, i residenti si assumono l’onere economico della difesa legale, convinti che spetti al comune tutelare l’intera comunità. L’assenza dell’amministrazione nel ricorso, almeno finora, rafforza il percezione di distacco, lasciando aperta la questione su come le istituzioni intendano rispondere alle esigenze di chiarezza e protezione espresse dalla cittadinanza in un dibattito che tocca temi cruciali di salute pubblica e governance locale.
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