Misano Adriatico, stop al deposito amianto: il TAR prende atto della rinuncia informale, cittadini chiedono garanzie ufficiali

Un primo punto segnato dal comitato cittadino di Misano Adriatico nella battaglia contro il progetto di deposito per rifiuti contenenti amianto. Nell’udienza di mercoledì scorso, 17 settembre, il TAR ha preso atto della rinuncia informale – dichiarata a mezzo stampa – sia da parte del Comune che della società Manta, rinuncia che riguarda l’autorizzazione al contestato progetto.

La decisione del Tribunale, definita “un primo passo positivo” dagli avvocati che rappresentano i cittadini – Alessandro Bonavita, Giuseppe Gioffrè e Francesco Giuffrida – ha aperto la strada a una sospensione del procedimento. È stata fissata una nuova udienza per il 25 febbraio 2026, quando sarà necessario verificare che la rinuncia diventi definitiva e ufficiale.

Il comitato esprime soddisfazione, ma sottolinea che resta aperta la questione centrale: trasformare un impegno verbale in un atto amministrativo chiaro e inequivocabile. “Spetta al Comune garantire che quella promessa si trasformi in una tutela concreta”, evidenziano i rappresentanti.

Dalle dichiarazioni emerge la forte preoccupazione che l’autorizzazione inizialmente concessa possa rappresentare un precedente pericoloso, aprendo la strada all’arrivo di aziende specializzate nel trattamento di rifiuti nocivi. “L’amianto è solo il primo passo – avvertono – ma il rischio è veder convogliare nel territorio tipologie ben più ampie di scarti, con conseguenze pesanti sulla salute e sull’ambiente”.

Il comitato cittadino – sostenuto da oltre 1.500 firme – ribadisce la richiesta di eleggere Misano a zona libera da depositi di amianto, attuali e futuri. E chiede all’amministrazione di assumere un impegno pieno, senza lasciare che i cittadini siano costretti ogni volta a ricorrere ai tribunali per difendere il territorio.

La partita non è chiusa: il TAR tornerà a pronunciarsi a febbraio, ma la sfida sembra già chiara. O si traduce in atti concreti la rinuncia annunciata, oppure le comunità dovranno tornare a combattere perché Misano non diventi, come dicono i residenti, “terra di discariche e di profitti sulla salute pubblica”.