I BAMBINI corrono in giardino. Ridono e scherzano con i cuginetti nella casa dei nonni e degli zii, sulle colline di Misano, a ridosso dell’autodromo. Ma la vita spensierata di due bellissimi gemellini di quattro anni è finita esattamente un anno fa quando, sotto i loro occhi innocenti, il babbo ha ucciso la mamma. Ivana Intilla, una bella ragazza che avrebbe compiuto 27 anni il 17 ottobre, venne massacrata, nella villetta a Cattolica, con 56 coltellate da Raffaele Ottaviani che poi si uccise. Una tragedia che ha travolto e distrutto per sempre due famiglie.
«ERA la nostra luce – racconta Alessio Intilla, il fratello di Ivana – quando entrava lei nella stanza si illuminava tutto. Il suo sorriso era contagioso, portava allegria. Era la nostra principessa. Ci manca tantissimo. E’ un peso insopportabile». Accanto a lui ci sono la madre Giusy e la sorella Fabiola. In sottofondo le voci dei bambini. «E’ stato un anno terribile, domenica rocorre l’anniversario (ieri, ndr) della sua morte. Noi andiamo avanti per i suoi figli, per i gemellini. Sono loro che ci danno la forza». I figli della coppia sono stati affidati alla sorella di Ivana. Spiega Alessio: «I bambini crescono bene. Viviamo tutti in questa casa divisa in tre appartamenti. I piccoli giocano con i cuginetti, i figli di mia sorella». Nonna Giusy fa fatica a trattenere le lacrime, ma ci tiene specificare: «Dormono nella cameretta che era di Ivana. Sono la mia forza. Se continuo a vivere è solo per loro, per vederli crescere. Quando mi hanno operata al cuore, dopo la tragedia, i medici hanno detto che mi avevano rimesso a posto perchè dovevo pensare ai miei nipotini. E così sto facendo». Anche la famiglia del padre vede i piccoli: «Due volte alla settimana e per due domeniche al mese. I rapporti con loro sono buoni, a noi interessa solo il bene dei gemelli», spiega Alessio Intilla. Ma il perdono per quella mattanza è ancora molto lontano.
«COME si può perdonare chi ha ucciso la nostra principessa? Proprio non ce la facciamo», dice il fratello. Nonna Giusy aggiunge: «Solo chi ha un figlio può capire il mio strazio. Non passa giorno che io non pensi a lei, alla mia Ivana. Non posso dimenticare quella scena, la mia bambina, in una pozza di sangue. Non ce la faccio a perdonare, non ne abbiamo la forza. La nostra vita è finita un anno fa».
Resto del Carlino
