Nuovi stimoli BCE in arrivo con il rischio Brexit. La BCE si tiene pronta a ogni eventualità.
Lunedì sera, il governatore della BCE, Mario Draghi, e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, si sono incontrati. Oggetto del faccia a faccia: la Brexit. Nessuna dichiarazione al termine del mini-vertice, ma le facce dei due spiegavano tutto. Francoforte si prepara al cosiddetto “paracadute” da utilizzare nel caso avverso di una vittoria dei “Leave” al referendum del 23 giugno.
Lo scenario è tutt’altro che rassicurante. I mercati finanziari stanno iniziando a scontare, sulla scorta dei sondaggi, il possibile addio di Londra a Bruxelles, ma parliamoci chiaro, nessuno sa davvero cosa accadrà alla riapertura delle borse il venerdì 24 giugno, che potrebbe restare segnato come un giorno nero per gli investitori.
Non è possibile riassumere in poche battute i rischi conseguenti a una Brexit. Gli esperti della BCE si starebbero preparando non uno shock unico, bensì a una serie di shock nel tempo. Da un punto di vista psicologico – e sappiamo se la psicologia non ha un ruolo sui mercati – la Brexit significherebbe la fine della UE e una possibile fase di incertezze politiche, di avanzata degli euro-scettici negli stati-chiave e disgregazione progressiva delle istituzioni comunitarie.
La tensione iniziale si esplicherebbe in una vendita massiccia di assets azionari e obbligazionari nei paesi della UE, specie in quelli molto integrati commercialmente e finanziariamente con il Regno Unito. Parliamo di Germania, Olanda e Cipro, solo per citarne alcuni.
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