«POSSO stare tranquillo?». E lo scandalo è servito. Una mail privata, spedita per errore (il 9 ottobre) a oltre 5mila dipendenti dell’Ausl di Modena da una sindacalista della Cisl nella quale un candidato al concorso pubblico (sindacalista a sua volta) per un’assunzione da infermiere nel carcere di Sant’Anna voleva essere rassicurato sul ‘suo posto’ (già lo ricopre da precario). Apriti cielo. L’azienda sanitaria ha immediatamente bloccato la selezione alla quale partecipavano otto candidati, meditando una segnalazione alla procura mentre la Cisl getta acqua sul fuoco, dice che è solo la frase di un lavoratore preoccupato e accusa a sua volta l’Usl di poca trasparenza nei concorsi, minacciando azioni legali.
«TI CHIEDO una cosa – si legge nella mail – … se entro lunedì mattina, prima che correggono le prove, puoi fare una verifica … Ieri al concorso per il mio posto eravamo in 8 persone tra cui … e in commissione c’era … che ha lanciato il messaggio: ‘È un ambiente quello della medicina penitenziaria che io conosco’. Non dico nulla… ma vorrei essere tranquillo!’». L’Ausl di Modena afferma di aver «immediatamente sospeso i lavori della commissione esaminatrice e bloccato la procedura per motivi di autotutela dell’ente, tenuto a garantire la massima regolarità e trasparenza delle procedure selettive. Quanto accaduto – scrive l’azienda – si è ritenuto costituisse un elemento di turbativa in ordine alla prosecuzione della procedura stessa, che al momento resta sospesa». La Cisl, dopo aver chiesto spiegazioni alla sindacalista distratta (doveva solo inviare una newsletter…) fa quadrato intorno ai suoi funzionari. «Le parole ‘mio posto’ non vanno strumentalizzate in alcun modo poiché si riferiscono al fatto che il posto da coordinatore infermieristico del carcere è attualmente occupato in modo precario, cioè con un incarico a tempo determinato, proprio da questo candidato – precisa Roberta Roncone, segretaria generale della Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale – Lui lo sapeva e voleva solo essere rassicurato sulla correttezza e trasparenza della procedura. Piuttosto l’azienda sanitaria dovrebbe rivedere l’impianto delle selezioni che, così come sono, non offrono piena garanzia di regolarità, essendo gestite direttamente dall’ufficio infermieristico e non da quello relativo ai concorsi. L’esposto in procura – afferma – al limite lo stiamo valutando noi, assieme ad altre azioni legali che stiamo approfondendo con il nostro avvocato. Pretendiamo che sia applicato il principio di imparzialità a cui tutte le pubbliche amministrazioni devono attenersi».
RESTO DEL CARLINO