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  • Modena. «Ho picchiato mio figlio per i capricci ma non pensavo potesse morire»

    «L’ho sculacciato forte, è vero. Volevo solo che la piantasse di fare i capricci». E’ una confessione choc quella rilasciata martedì mattina davanti al pm Luca Guerzoni dalla 27enne moldava (attualmente l’unica indagata, per omicidio preterintenzionale) mamma del piccolo di tre anni e otto mesi deceduto a seguito di un’azione violenta. La donna ha parlato alla presenza dei propri legali. Pare che le ‘sculacciate’, come riferiscono gli stessi avvocati, siano partite non solo dalla giovane mamma, ma anche dal compagno albanese, che avrebbe esortato la donna a «farlo smettere di piangere». Il procuratore capo Lucia Musti, nei giorni scorsi, ha confermato come il piccolo abbia subito un’azione violenta e l’ipotesi era che il trauma avesse comportato la rottura del mesentere, che avrebbe a sua volta cagionato una sepsi, un’infezione risultata fatale per il bambino. Il piccolo, lo scorso 14 gennaio, è arrivato privo di vita al Policlinico dopo una telefonata d’allarme al 118. «Ho aspettato a chiamare i soccorsi – avrebbe detto poi la donna – poichè, vedendolo vomitare, pensavo ad un virus che già lo aveva colpito nel mese di Natale. Non pensavo che le sculacciate fossero state così violente». Pare anche che la 27enne abbia ‘rivisto’ la sua precedente deposizione davanti al pubblico ministero, spiegando che inizialmente non pensava che le botte potessero essere conseguenza di un malore mortale. Anche perchè – agghiacciante pensarlo – il piccolo sarebbe stato punito corporalmente ad ogni capriccio. Un ‘metodo educativo’, secondo la madre, che mai prima aveva provocato conseguenze sul piccolo. E ci sarebbe un retroscena nella drammatica vicenda ancora più inquietante; la straniera avrebbe ammesso di aver alzato spesso le mani sul figlioletto per non ‘rovinare’ il rapporto col compagno, secondo il quale quel pomeriggio il bambino sarebbe stato troppo capriccioso. Un pianto insopportabile, insomma, da far cessare a suon di schiaffi. «Non pensavo potesse morire – avrebbe aggiunto la 27enne – evidentemente è stata colpa mia». I legali della donna comunque spiegano che sono in attesa di ricevere la relazione medico legale, che chiarirà definitivamente le cause della morte. Il fatto, in mano ai carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Guerzoni, è avvenuto all’interno di un’abitazione alle porte del centro storico. «Non abbiamo ancora la relazione medico legale – ha spiegato qualche giorno fa il procuratore – sulle cause della morte. Stiamo svolgendo indagini molto complesse e nel massimo riserbo possibile, che chiediamo di mantenere considerando la delicatezza del caso. Per quello che si può dire al momento, abbiamo però due anticipazioni dalla medicina legale, sulle quali stiamo lavorando. Non è vero che il bambino sarebbe morto per una emorragia, in seguito alla rottura della milza. L’ipotesi è diversa. Vi è stata sì un’emorragia, ma non copiosa. Il bambino potrebbe essere morto piuttosto per sepsi, una infezione determinata dalla rottura del mesentere; pellicola che riveste l’intestino. Il mesentere – fa sapere il procuratore Musti – si è rotto e la rottura del mesentere ha fatto uscire del cibo. La diffusione del cibo avrebbe poi causato l’infezione». Ma sul corpo del piccolo, purtroppo, sono stati trovati tanti altri segni. Il Resto del Carlino