Monaco, cade il segreto bancario La terza tappa dopo Berna e Vaduz: il Principato fuori dalla lista nera

monaco - montecarloDopo la Svizzera e il Liechtenstein, tocca a Monaco. Con la firma di oggi dell’accordo in materia di scambio di informazioni ai fini fiscali tra l’Italia ed il Principato cade il terzo segreto bancario nel giro di una decina di giorni. Roma e Monaco hanno siglato anche un Protocollo in materia di «richieste di gruppo».

 

L’intesa sul modello Ocse

L’intesa è basata sul modello Ocse di Tax Information Exchange Agreement (TIEA) e consente lo scambio di informazioni su richiesta. Lo Stato a cui sono richieste le informazioni – spiega il Ministero del Tesoro – non può rifiutarsi di fornire allo Stato richiedente la collaborazione amministrativa per mancanza di interesse ai propri fini fiscali, né opporre il segreto.

Il Protocollo che disciplina le richieste di gruppo consentirà di presentare richieste in relazione a categorie di comportamenti che fanno presumere l’intenzione dei contribuenti di nascondere al fisco italiano patrimoni o attività detenute irregolarmente.

 

Una spinta al rientro dei capitali

Con la firma, il Principato viene considerato ai fini della «Voluntary Disclosure» un Paese «non black list», circostanza che consentirà ai cittadini di accedere alla procedura di regolarizzazione alle condizioni più favorevoli previste dalla legge.

 

La dichiarazione congiunta

Insieme all’Accordo e al Protocollo è stata firmata anche una Dichiarazione congiunta di carattere politico con la quale i due Paesi confermano il reciproco impegno ad applicare lo scambio automatico di informazioni sulla base dello standard globale Ocse, nel rispetto della tempistica concordata a livello internazionale.

 

Lo scambio di informazioni

L’Italia, subito dopo l’entrata in vigore dell’Accordo e del Protocollo, eliminerà il Principato di Monaco dalla «black list» basata esclusivamente sul criterio dello scambio di informazioni e relativa alla deducibilità di costi e spese, ed includerà Monaco nella white list dei Paesi che effettuano lo scambio di informazioni.

La Stampa