
(ANSA) – ROMA, 11 DIC – Il gruppo di lavoro Uefa sui diritti
dei lavoratori in Qatar ha condotto la sua seconda visita
nell’emirato che ospiterà la Coppa del Mondo 2022 per continuare
il dialogo in loco sulla situazione nel Paese in vista del
torneo.
“La visita ha rafforzato” l’idea che, fa sapere l’Uefa, “il
torneo continua a essere un catalizzatore per un cambiamento
positivo e ha anche contribuito a definire la direzione delle
future visite nel Paese ospitante della Coppa del Mondo, che
dovrebbero svolgersi nel 2022 e nel 2023”.
Dopo una prima missione ad agosto, la visita a Doha del 9 e
10 dicembre ha ampliato la conoscenza della situazione in Qatar
tramite incontri con autorità e istituzioni (come rappresentanti
del ministero degli Affari esteri e del ministero del Lavoro del
Qatar, della Qatar football association e del Supreme committee
for delivery and legacy). I colloqui hanno anche toccato i
principali punti di interesse per le federazioni calcistiche
europee. Inoltre il gruppo ha incontrato rappresentanti di
Amnesty International, Builders and wood workers’ international
(Bwi), International labour organization, National human rights
committee, Fifa e rappresentanti di alcune delle rispettive
ambasciate locali. Attraverso il Bwi, il gruppo ha incontrato un
gruppo di lavoratori migranti per conoscere la loro esperienza.
Le discussioni hanno riguardato, tra l’altro, l’attuazione
delle riforme e l’applicazione delle leggi sui diritti dei
lavoratori, la libertà di stampa, la lotta alla discriminazione
(in particolare per le donne e il mondo Lgbtq+), la due
diligence sui diritti umani. In prospettiva ci sono la
situazione dei lavoratori migranti nell’ospitalità e la raccolta
di informazioni più dettagliate su ciò che il Paese farà per
garantire che gli “sviluppi positivi” perdurino dopo il torneo.
Michele Uva, direttore di Football & social responsibility
della Uefa e membro del gruppo di lavoro, ha dichiarato: “Tutte
le 55 federazioni affiliate alla Uefa stanno lavorando insieme
per allineare le interazioni, le domande e gli scambi con i
padroni di casa della Coppa del mondo Fifa, nonché con varie
istituzioni e sindacati, in materia di diritti umani e diritti
del lavoro in Qatar”. (ANSA).
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