Monofase per pochi intimi

Il Titano ha bisogno di una profonda  riforma fiscale. E va anche fatta in fretta. E’ l’opinione unanime emersa dall’incontro governo-sindacati sul bilancio statale. Del resto basta guardare i dati sulla monofase: su 7.800 società, la pagano solo in 220.

Lo stesso segretario di Stato per le Finanze, Pasquale Valentini, ha ammesso che serve “una riflessione profonda sulla politica fiscale e tributaria. La struttura ora è  inadeguata, occorre capire i diversi fenomeni, chi paga realmente, se le proporzioni sono adeguate. L’equità  fiscale è fondamentale”.
Stando ai dati, per il 2010 è previsto  un calo almeno del 20-25% delle entrate della monofase, pari a circa  20 milioni di euro che vanno ad aggiungersi  al deficit del bilancio pubblico.

Ma è il  numero dei contribuenti che lascia davvero stupiti: su  7.800 società  attive,  solo  220 portano un differenziale di monofase attivo.

“Sono cifre – afferma il vice segretario CDLS, Luca Montanari – che ancora una volta dimostrano l’iniquità del nostro sistema fiscale: da una parte ci sono i lavoratori  dipendenti che pagano  fino all’ultimo centesimo, dall’altra c’è il mondo frastagliato delle società e del lavoro autonomo che trova mille scappatoie per non pagare. E’ arrivato il momento di cambiare veramente rotta”.

Cifre che tra l’altro stridono con i recenti aumenti delle rette degli asili e delle scuole. “Il Governo – osserva Montanari – ci ha spiegato che i rincari non hanno nulla a che fare con il deficit di bilancio. Bene: il nostro invito è allora quello di  rimettere mano alla delibera che introduce  aumenti che penalizzano soprattutto le famiglie con figli piccoli . La strada non può essere che quella della gradualità, rivedendo sia le percentuali  sia i tempi di applicazione”.