Monsignor omosex fa le valigie. Un boomerang la sua rivelazione.

Krzysztof-CharamsaARRIVANO
alla spicciolata i 270 padri sinodali che da oggi dibatteranno tutti i temi legati alla morale familiare e sessuale, compresi quelli ormai non più tabù: l’ostia ai divorziati risposati e l’accoglienza delle unioni gay. Chi è alloggiato a Santa Marta, chi nelle varie case del clero attorno a San Pietro, chi nei collegi nazionali. Ma nei saluti e negli incontri, ancora con la valigia in mano, serpeggia per tutto il giorno l’argomento sulla bocca di tutti: il clamoroso coming out di monsignor Krzysztof Charamsa, raffinato teologo dell’ex Sant’Uffizio e docente in due prestigiosi atenei pontifici romani.
Il prelato è stato rimosso dagli incarichi dopo la sua rivelazione sulla vita di coppia con il compagno, presentato di fronte a microfoni e tv nella saletta di un noto ristorante della Capitale. Ecco, se Charamsa con il suo gesto dirompente mirava ad accendere i riflettori del Sinodo sul suo caso – e a suo dire su altri analoghi – di sicuro ha ottenuto lo scopo di far parlare di sé. Forse però, non con gli esiti sperati.
IL CLAMOROSO coming out inciderà sulle riflessioni del Sinodo? «Non credo proprio – confida un padre sinodale che avrà un ruolo molto attivo nella stesura dei testi – e se dovesse esserci, penso piuttosto che sarà un boomerang». «La grossa sfida – confida un altro – sarà sui divorziati risposati. Difficile che nella vicinanza agli omosessuali ci saranno grandi novità, se non maggiore delicatezza». Insomma, all’ordine del giorno del Sinodo la questione gay c’è, ma una virata fino all’inclusione delle unioni omosex appare azzardata.
Sul fronte pro accoglienza verso gli omosessuali c’è un teologo come il cardinale Kasper, che l’anno scorso fu tra i relatori di punta come capofila del fronte aperturista. «Gay si nasce», scrive ora in un suo libro, «e possono aiutare e contribuire alla vita sociale e a quella della Chiesa». Ma di fronte al riconoscimento delle unioni, persino un liberal come lui si mostra cauto. L’uscita di Charamsa ha scatenato invece la reazione dura del cardinale Ruini – comunque non al Sinodo – che verso di lui ha detto di provare «più pena che sorpresa, soprattutto per il momento scelto». E anche Ruini si dice convinto che la sortita «non farà piacere ai sinodali, ma non avrà alcun influsso sostanziale su di loro».
ANCORA più severo nel giudizio lo storico della Chiesa, Alberto Melloni che su Twitter scrive: «Il cinismo di Charamsa nell’uso di persone di cui dovrebbe conoscere il dolore e la dignità è pari al cinismo con cui le umiliava fino a ieri». Un’allusione al ruolo avuto da Charamsa in decisioni adottate proprio su casi di preti gay?
Intanto, mentre il monsignore vaticano ormai sospeso prepara le valigie («ne ho solo due», ha detto) intenzionato a lasciare l’Italia e diretto a Barcellona, ai padri sinodali è stato fatto recapitare un libro a più voci: Le strade dell’amore, su «cura pastorale e giustizia sociale per le persone omosessuali e transessuali». La battaglia dell’universo gay perché il Sinodo riconosca anche le loro unioni come famiglia va comunque avanti.