Una montagna più forte e più attrattiva, a partire dal lavoro. La Regione a fianco delle imprese appenniniche, per sostenerle nei processi di innovazione e ristrutturazione. Con un’attenzione particolare a quelle che assumono nuovo personale, promuovono interventi sostenibili e operano nei territori più fragili dell’Appennino.
Sono venti le aziende che riceveranno i contributi a fondo perduto previsti dal bando regionale lanciato questa estate: 2,5 milioni di euro il plafond complessivo.
E ulteriori 2,5 milioni sono in arrivo con il Bilancio 2022, grazie ai quali sarà possibile scorrere la graduatoria.
Entra così nel vivo una misura innovativa, espressamente dedicata alle imprese che operano in uno dei 121 Comuni appenninici dell’Emilia-Romagna. E che rappresenta un nuovo, ulteriore tassello dell’ impegno della Regione per il rilancio di questi territori.
Le imprese per provincia
Meccanica ed elettronica; ricettività turistica e ristorazione, agrindustria; commercio, costruzioni, sanità e servizi sociali. Le imprese vincitrici del bando regionale appartengono a diversi settori dei servizi e della manifattura e riceveranno un contributo medio di 125 mila euro.
Questa la ripartizione per provincia: 3 imprese a Piacenza per complessive 211.308 euro; 2 a Parma (191.691 euro), 4 a Reggio Emilia (540.310 euro), 5 a Modena (750 mila euro), 2 a Bologna ( 227.272 euro), 2 a Forlì-Cesena (300 mila euro) e 2 a Rimini (279.417 euro)
Premialità e interventi finanziati
Sono 452 le domande presentate, di cui 245 quelle ammissibili. II bando ha finanziato – con contributi fino ad un massimo del 70% della spesa ammissibile e che potevano essere compresi tra 25 mila e 150 mila euro – interventi di riqualificazione, ristrutturazione, acquisto e recupero di strutture e spazi produttivi, o per investimenti in macchinari, attrezzature e impianti.
Con una corsia privilegiata per i progetti che comportano nuova occupazione. Punteggi aggiuntivi anche per i progetti presentati da imprese localizzate nei comuni con una popolazione fino a 5mila abitanti, in un Comune di alta montagna o a più alta fragilità di tipo demografico, sociale ed economico.
Erano ammessi tutti i settori produttivi ad eccezione di quello agricolo che può già usufruire delle misure previste dal Piano regionale di sviluppo rurale.
Info: https://montagna.regione.emilia-romagna.it/
—
Fonte originale: Leggi ora la fonte